Emira: la Lotus più “completa” mai realizzata
Test Drive
Lotus Emira
First Edition (prova su strada)
Quando si ha l’occasione di guidare un modello nuovo ho sempre un’adrenalina notevole che mi pervade nei giorni precedenti al test.
Questa volta però, devo ammetterlo, ero più in preda ai dubbi.
Sarà coinvolgente come la “mia” Elise?
Avranno fatto un disastro sacrificando tutto sull’altare delle vendite?
Sarà rimasta la macchina da puristi che ci si aspetta di trovare?
Inizia così il nostro test di una delle vetture più attese dell’ultimo anno.
E-mira
Appena arrivato inizio a guardarla da vicino, ed eccoci qui, Emira.
Come da tradizione, il suo nome inizia per E. In alcune lingue ormai scomparse significa “colei che conduce”.
Visto che la Emira sostituisce, in un sol colpo, tutta la precedente produzione Lotus (Elise, Exige ed Evora), può essere interpretato con il fatto che l’auto chiuda un’era e ne apre un’altra: questo è l’ultimo modello mosso da un motore a benzina (i prossimi saranno 100% elettrici) e il primo interamente nuovo sotto la nuova gestione della cinese Geely, che nel 2017 ha rilevato il marchio britannico.
Snella, ma non troppo...
A differenza dei modelli appena andati in pensione è più comoda, spaziosa, meglio rifinita e dotata di tutto quello che ci si aspetta da una vettura della sua categoria.
Rispetto alla Elise le dimensioni più imponenti si notano sicuramente, ma l’effetto generale è comunque quello di una vettura snella.
Il nuovo corso stilistico prende ispirazione dal glorioso passato di Hethel e rivedo in lei i dettagli che mi portano alle sensazioni che furono, con il frontale basso e tagliente e un corpo vettura raccolto.
Il Giallo Hethel della carrozzeria mi conquista.
Un colore audace, senza fronzoli e di grandissimo effetto, che aiuta a sottolineare come le superfici si intersechino l’una nell’altra.
Parola al Designer
Emira è sinuosa, plasmata dal vento e con carattere.
In particolare apprezzo molto il lavoro svolto sulla fiancata, con il profilo sinuoso e picchiato a terra che ben si integra con il gioco di volumi delle prese d’aria.
Meno entusiasmante il frontale, molto conservativo con l’unico elemento di novità rappresentato dai due tagli frontali che le danno sicuramente più personalità.
Dietro i due grossi sfoghi laterali sono i protagonisti della scena, incorniciati dai led dei fanali posteriori che sono belli e ben riconoscibili.
Saliamo e...
La vera differenza si nota aprendo la porta.
“Siamo sicuri che sia una Lotus?” chiedo al direttore Longhini.
L’ Alcantara ti accoglie nel nuovo mondo Lotus. La seduta è comoda e ben progettata, con i sedili regolabili elettricamente (!) che fasciano bene mentre si affrontano le curve ma non sono eccessivamente esasperati. Dietro ai due posti secchi c’è una comodissima panca (con tanto di retina) che permette di contenere (addirittura) uno zaino con tutta l’attrezzatura fotografica per circa 200 litri. Non male, soprattutto visto che la vasca (da 150), davanti al motore centrale-posteriore, scalda un po’.
Il volante in Alcantara (optional) è davvero bello e funzionale. Si impugna bene, ha un taglio perfetto e ti mette davvero in contatto con la vettura. Forse, visto lo spirito della macchina avrei studiato un po' meglio i tasti dell’infotainment sulle razze. Mi sarei aspettato qualcosa di più tecnico e chirurgico, invece ti trovi a selezionare i menù su un’interfaccia che ha il sapore più di una Volvo che di una vettura di Mr. Chapman.
Il sistema multimediale è un pò impacciato e l’interfaccia minimal, seppur di aiuto in certe circostanze, si legge poco e non è il massimo, soprattutto in movimento.
Andiamo!
Una volta acceso il motore, le emozioni iniziano a farsi largo nel mio cervello.
Il tasto di accessione sul tunnel centrale si ispira nel disegno a quello delle Lamborghini, portandoti subito ad immergerti in un’atmosfera da jet.
Il sound del motore Toyota ti pervade e ti fa capire che forse, essendo questa l’ultima Lotus con motore termico, ancora non siamo pronti a non avere una giusta colonna sonora per le nostre scorribande.
Manuale è meglio?
La versione "First Edition" che abbiamo provato è dotata di un cambio manuale a sei rapporti, (abbinato al differenziale autobloccante al posteriore), dal grande fascino ma forse eccessivamente legnoso, con una frizione non proprio leggera.
Forse un innesto un po’ più diretto e con rapporti più corti sarebbe stato più gradito ai puristi.
Una volta fatti un po’ di chilometri sono piacevolmente sorpreso. Sotto quegli interni ormai omologati al mondo della comodità ritrovo ancora le sensazioni che mi ha fatto provare la Elise la prima volta che l’ho provata.
Quello che non cambia è la sensazione di trovarsi al volante di una macchina sportiva, con il posteriore piantato (forse troppo) e la coppia che dai 5000 giri in su ti stampa un bel sorriso sulla faccia.
Tre le modalità di guida: Comfort, Sport e Track.
Quest’ultima, un po’ più estrema delle altre, con la possibilità di disinserire l’esp quando volete scatenarvi tra i cordoli.
Lo sterzo è bello, reattivo e con un’ottima capacità di inserimento in curva soprattutto su strada dove non si forza mai eccessivamente.
Raddoppiata la potenza, raddoppiato il peso.
L’impressione che ho avuto è che Emira sia una granturismo trasversale, un pò Elise un po’ Evora, strizzando l’occhio al mondo Porsche a cui il brand punta sia come volumi sia come posizionamento.
Il lavoro fatto su questo progetto è davvero notevole. Si vede l’impegno e la passione che sono stati impiegati per tirare fuori dal cilindro un prodotto all’avanguardia ma che rispettasse uno dei brand forse più complessi da portare nel mondo di oggi.
Emira mi ha affascinato ma non mi ha rapito.
È davvero una bomba, reattiva, nervosetta e affilata, ma le manca (forse) quella “fuck you attitude” che mi aveva fatto innamorare di Lotus.
Nella versione di lancio First Edition con il 3.5 V6 del test raggiunge i 105.000 euro.
I don't Like
Che il salto nel futuro aggiunga peso (in più) rispetto alle Lotus del passato.Lifers Cool
Addio agli ambienti “spartani”, benvenuta cura del dettaglio.Anche tu hai un'auto che ci vorresti far provare?
(riservato a concessionari e proprietari di auto particolari)
RINGRAZIAMENTI SPECIALI
Alessandro Gino (General Manager Gruppo Gino S.p.A), Luca Bagarolo e Fabio (Gino S.p.A.).
Il Direttore Marco Longhini per la sua compagnia a bordo.
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