Prova su stradaRange Rover Evoque Convertible 2.0
TD4 Diesel Autom. 4WD HSE Dynamic
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con te le nostre
"emozioni di guida"
Test Drive
Range Rover Evoque Convertible 2.
TD4 Diesel Autom. 4WD HSE Dynamic
(prova su strada)
Dicono che 1 + 1 possa dare un unico risultato, ossia 2… Ma se prendete il segmento di mercato attualmente più forte, ossia quello dei Sport Utility Vehicle e lo sommate con il mercato più debole e di nicchia (ossia quello delle cabriolet), beh, siete così sicuri che l’addizione matematica funzioni e possa rivelarsi un successo?
Sono molto curioso, quindi, di poter (finalmente) toccare con mano questo strano binomio (SUV-CABRIO) creato dalle menti bizzarre dei creativi Range Rover e verificare se può avere presa anche su di me!
BEST SHOTS
Il prezzo ha il suo fascino...
Ne è passato di tempo da quando la Land Rover presentava la futuristica concept LRX e tutti (ma proprio tutti, anche il sottoscritto, pensate…) andavano in “brodo di giuggiole” osservandola. Poi la quotidianità, ma anche il grosso successo mediatico e commerciale della sua versione definitiva, ha trasformato la derivata Evoque in una sorta di “must” (quasi un oggetto di design, più che un mezzo di trasporto) ed è stato fisiologico che l’approccio nei suoi confronti, per molti, sia cambiato e sia nato (addirittura) un filo di invidia verso i suoi possessori.
Insomma, per alcuni suona strano che in una fase economicamente delicata e che ci predispone ad essere più austeri del solito, tutti la sognino e chi può comprarla (dopo lunghe attese e zero sconti) la scelga sempre, è solo, nella sua versione più accessoriata, dimostrando come (anche) il prezzo ha il suo fascino e renda un prodotto più esclusivo.
Cabriolet estremamente desiderabile
E, vi dirò, questo suv premium compatto, muscoloso, a tre porte, identico alla versione chiusa se non per l’assenza del tetto, è veramente bello da vedere e, se vogliamo, anche più interessante ed esotico della versione chiusa, grazie a certe scelte stilistiche obbligate, come il posteriore ridisegnato con l’accattivante spoiler a contrasto.
Gerry McGovern e la sua squadra, insomma, hanno lavorato (un po’ come fu per la concept del 2012) esclusivamente sull’equilibrio delle linee della coupè a due porte, per conservarne la caratteristica identità, creando qualcosa di poco utile, forse, ma estremamente desiderabile.
Del resto il termine cabriolet proviene da una voce francese derivata dal verbo cabrioler, “fare capriole” in riferimento all’andatura saltellante della carrozza e quindi implica, nella sua scelta, più che un atteggiamento razionale, uno decisamente più glamour e di puro divertimento.
Aperta… E’ meglio!
Davanti e dietro troviamo, allora, i raffinatissimi ed intriganti fari full led (con nuove geometrie delle luci interne) e sul cofano spiccano le prese d'aria sportive, come sul restyling (appunto) della coupè a tre porte.
Cambia, ovviamente, tutta la zona superiore dove, al posto del classico tetto c'è una grandissima capote in tela che, nonostante le dimensioni da “record”, si apre in soli 18 secondi e, con 3 in più, vi permette anche di farlo in movimento, ma fino ad un massimo di 48 km/h.
Devo essere sincero: è veramente realizzata da Webasto con grande cura, è completamente elettrica e non vi fa, credetemi, rimpiangere mai (anche grazie all’ottima insonorizzazione multistrato) un hard top rigido.
Inoltre, a differenza di quello che succede su molte cabriolet in commercio, qui si può viaggiare comodamente anche in quattro, su sedili di preziosa pelle e ben conformati, malgrado il contorsionismo per accedere ai posti dietro (nonostante si sia agevolati dal movimento automatico dei sedili elettrici anteriori che diventa, però, manuale nel riposizionarli) non sia dei più agevoli.
Davanti la posizione di guida è sportiva, con ampie regolazioni e spazi, dietro c’è solo qualche problema per i più alti e per la poco coreografica vista dei montanti laterali della capotte, quando è chiusa. Quando, invece, si viaggia en plein air muoversi, ad andature cittadine da codice, risulta assolutamente rilassante e molto appagante per tutti.
Off road, ma con il vento tra i capelli...
Ciò che stupisce di più, però, è proprio la base SUV da cui deriva e la sua capacità di sporcarsi le ruote in off road, che non risulta assolutamente inferiore rispetto alla versione chiusa.
Anzi, procura sensazioni più strane ed appaganti.
Abbiamo portato la Convertible sul Col de L’Echelle e abbiamo effettuato passaggi off-road molto impegnativi che, difficilmente, i proprietari dei SUV in commercio (si, anche quelli con l’Evoque) prenderanno mai in considerazione.
Abbiamo apprezzato la rigidità del suo telaio e la trazione integrale Land Rover abbinata al Terrain Response; una tecnologia molto sofisticata, che vi permette di variare la risposta del 4x4 in base alle condizioni del terreno (asfalto, roccia, sabbia, neve), affiancata dal torque vectoring by breaking che simula l'azione di un vero e proprio differenziale, intervenendo sui freni della singola ruota.
Tutto semplice, tutto molto bello, tutto incredibilmente efficace.
Qualche apprensione, solo, nelle salite più ripide (pensate che può arrivare fino a 45° di pendenza) per via della poca visibilità anteriore, dove le rocce sono sempre in agguato; usarla solo in città o per farci “vasche” sui lungo mare più VIP (come faranno il 90% dei suoi possessori) ci pare, quindi, una vera e propria limitazione, tanto che già sogniamo di riaverla per conquistare vette innevate, armati solo di una buona crema solare, più che da strane paure di non riuscire a percorrerle come capiterebbe a tutte le altre cabriolet.
Ovviamente con tanto di sci al seguito, da far entrare nel cofano posteriore (dalla linea particolare e 251 litri di capienza) e far passare nella pratica botola dedicata (peccato sia optional) non potendo montare i portasci sul tetto.
Ricca, ma anche nel suo allestimento!
Un altro aspetto positivo è che l’Evoque Convertible viene proposta con un allestimento di base molto più ricco rispetto alla versione Coupé. Questo spiega, almeno in parte, il delta prezzo piuttosto importante rispetto alla versione “normale”.
Il cambio automatico ZF, per esempio, è di serie (niente manuale) e lo apprezzerete per la docilità e la sua ricerca inarrestabile del rapporto migliore (ne ha 9 a disposizione) che vi aiuterà, e non poco, a contrastare la poca cavalleria a disposizione in relazione al peso, che si avvicina alle due tonnellate.
Anche per quanto concerne l’aspetto multimediale, la cabrio è la più moderna delle Evoque, con tanto di schermo da 10” e tutti i sistemi di sicurezza più recenti. Il selettore di marcia, a scomparsa, che tanto mi aveva affascinato sulle prime Jaguar, qui mi pare un po’ scomodo e scontato, ma apprezzo i paddle al volante (anche se utilizzabili solo in Sport) e l’infotainment con navigatore InControl Touch Pro. Telecamera e sensori di parcheggio, inoltre, sono di serie; non potrebbe essere altrimenti, visto che la visibilità posteriore (a capote chiusa) risulta veramente critica.
Diesel o benzina?
Il nuovo 2.0 TD4, proposto in variante da 180 CV, sarà la motorizzazione più venduta nel ricco allestimento HSE Dynamic. Se posso darvi un consiglio, però, vi chiedo di fare un piccolo sforzo in più e indirizzarvi verso il benzina da 240 CV, perché una vettura di questo tipo deve farvi apprezzare anche la sua dinamicità sui tornanti, oltre ad essere fornita di tutti gli accessori che, volendo, permettono numerosi optional.
Oltretutto se il maggior peso dovuto ai rinforzi nel sottoscocca ne ha limitato le prestazioni, ha però migliorato l’handling e diminuito il rollio, rendendola (grazie anche alle sospensioni più rigide e la migliore disposizione dei pesi) divertente per prendere qualche curva in modo allegro.
Follia o colpo di genio?
Quindi sono qui che, mentre osservo questa follia (o colpo di genio?), mi chiedo se anche questa versione dal tetto in tela, ma adatta ad ogni stagione, sarà in grado di diventare un nuovo fenomeno di mercato che, come sappiamo, a volte è strano, volubile e imprevedibile.
Sarò sincero: non credo, visto che questa nuova missione (probabilmente) toccherà alla Velar (300 clienti italiani l’hanno già prenotata, senza nemmeno averla vista da vicino, un po’ come successe, tempo fa, proprio con l’Evoque).
Ma una cosa è sicura: la Convertible rimane uno degli ultimi SUV, in vendita, in grado di spiccare e differenziarsi (con la sua indiscussa personalità) sugli altri e, ancora una volta, è perfetta se volete farvi notare!
I don't Like
Salendo si finisce, spesso, per sbattere contro l’appoggio rialzato dei sedili anteriori. Sarà questione di abitudine, ma la cosa (nell’immediato) lascia un po’ disorientati; un po’ come le cinture di sicurezza, molto scomode da raggiungere.
Lifers Cool
Non ha concorrenti ed è l’unica sul mercato; se ne arriveranno, in futuro, beh, saranno sempre e solo “copie”. Se non è esclusività questa!
Anche tu hai un'auto che ci vorresti far provare?
(riservato a concessionari e proprietari di auto particolari)
RINGRAZIAMENTI SPECIALI
biAuto Club (Torino), nella persona di Valentina Dentale e Valentina Busin, Tennis Club Chamois (Bardonecchia)
Marco Longhini
Autore
SVADAS
Fotografia
BACKSTAGE
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