Montecarlo, ovvero come sta cambiando il mondo…
Test Drive
Pagani Huayra
Considerare l'automobile "UNA FORMA DI PROFITTO" risulterebbe alquanto sfrontato, soprattutto in questo periodo; in realtà, però, con la Pagani Huayra questa incredibile opportunità diventa realtà, almeno per i pochi fortunati proprietari che decidessero, un giorno, di rivenderla. Ecco perché c’è anche chi decide di comprarla, pur non avendo la patente, solamente per esporla nel salotto di casa proprio come se fosse un’opera d’arte. Essere qui, oggi, non è stato facile; questo è un mondo esclusivo, molto elitario, e quindi le cose non funzionano come quando voi andate alla vostra concessionaria di fiducia e prenotate un test drive della sportiva di turno. Qui, anche se siete giornalisti accreditati, non potete pensare di portarvela a casa e restituirla dopo qualche giorno ma, se siete fortunati, potete sperare di conviverci per qualche ora e, a noi del Lifersblog, ne sono state concesse addirittura tre.
Vento in poppa
Non è un caso, nemmeno, che mentre la osservo nel cortile dell’atelier di San Cesario sul Panaro si stia alzando una leggera brezza in direzione della Madonna di Puianello dove andremo a provarla: Sarà il Dio del vento, “Huayra Tata”, che da un po’ di tempo si è trasferito qui e comanda le correnti che investono le colline>> mi suggerisce Luca Venturi, “Press Manager” che mi accompagnerà, mentre anche Davide Testi (Test Driver) sorride, passandoci accanto. L’aria è un elemento importantissimo nello sviluppo di questa auto estrema (e, se volete, almeno inizialmente intimidatoria) che fa di concetti prettamente aeronautici le sue linee guida principali e dei suoi 4 flap, disposti alle estremità, una sorta di danza della metamorfosi.
Ricercatezza nei dettagli
Mi accovaccio per passare sotto la portiera (che, noto subito, ha un’apertura piú comoda e agevole di quella della SLS) e mi ritrovo in una nuova dimensione, dove la consolle di alluminio sembra essere realizzata attraverso i colpi di cesello di uno scultore; pellami pregiati e carbonio fanno da contorno ai tasti dei principali comandi dalla forma assolutamente “unica”, come tutti i pezzi (4.700 componenti) di cui è realizzata questa hypercar. Sembra un po’ di entrare in un mondo da favola e, se l’esterno è perfetto per film come Trasformers (tanto che il regista Michael Bay l’ha inserita nel cast del quarto capitolo) l’interno richiama il sottomarino di Capitan Nemo (e non sono l’unico a pensarlo).
C’è una ricerca estenuante al dettaglio: i lacci in pelle che collegano le parti in movimento, gli interruttori affusolati che ricordano le volte romaniche e gotiche a crociera e, in generale, la parte anteriore di un proiettile o di un missile, la leva del cambio che pare fatta da un delicato sistema di tiranti sospesi; tutto è studiato per essere robusto, funzionale, ma nello stesso tempo voluttuoso e unico. Finalmente le porte si chiudono (con un rumore secco, sintomo di solidità ed un buon assemblaggio) e partiamo in direzione del Borgo che ospiterà il nostro shooting.
si vola !
La Huayra sfreccia con naturalezza tra il verde delle colline e pare che anche gli uccellini appostati sugli alberi smettano di cinguettare al suo passaggio, un po’ come i bambini che rimangono a bocca aperta, senza parole, con il braccio teso e il dito indice alzato per indicarla al nonno di turno. Guidandola in modalità CONFORT è assolutamente sfruttabile nella vita di tutti i giorni, chi l’avrebbe mai detto, ed anche gli ingombri (una volta che si è dentro) sembrano meno importanti grazie alla luminosità dell’abitacolo.
Qualche cliente la usa anche per il tragitto casa-lavoro, mi confida Luca, macinandoci molti chilometri; anche lui ci ha fatto un bel viaggetto, da Modena a Goodwood e ritorno, facendo un’unica sosta in quel di Parigi, ed ha maledetto solo i dossi incontrati che si possono, però, aggirare (ammesso li vediate per tempo !) con un dispositivo che alza la vettura e la riporta automaticamente all’assetto precedente superati i 40 Km/h.
Ovvio che non passerà molto tempo prima che decidiate di metterla in SPORT e sfruttare il potente motore6.0 litri V12 Bi-Turbo fatto per Pagani da AMG. Gestire 730 CV (1.000 Nm di coppia) con una trazione posteriore non è facile è richiede concentrazione, ma basta concedersi un seconda-terza-quarta, azionando le palette ai lati del volante, per rendersi conto di come abbia un’accelerazione pazzesca, il suo rumore sia paragonabile a quello di un jet in fase di decollo e vi schiacci (letteralmente) contro il sedile anatomico…
E si sa, la velocità è una droga, un po’ come la violenta raffica di boati e fruscii che sentirete uscire della valvola di scarico; finirete, quindi, per abbassare i finestrini e sperare in un tratto di strada libera, per scalare e ricominciare nuovamente questa sorta di “tira molla” esaltante. Significa che dovrete essere molto attenti con l’acceleratore, sopratutto su una strada piena di curve come questa, per mantenere una situazione tranquilla e molto veloci con le correzioni del volante, facendo affidamento sul grande equilibrio della parte anteriore, quando avrete la percezione che le cose potrebbero mettersi male.Dalla vostra avrete un peso a secco di 1.350 Kg, una monoscocca centrale completamente nuova (costruita in carbo-titanio) e quella stabilità che vi rassicura, anche incappando in un temporale estivo.
Insomma, è fantastica e non penso di aver mai provato sensazioni così adrenaliche con le (molte) auto che ho provato. Ciò non fa che aumentare la mia stima nei confronti di un’impresa che, malgrado sia piccola e mantenga un clima “famigliare”, è riuscita a produrre qualcosa di veramente speciale e che sfida le migliori del mondo (di cui, alcune, beh,”abitano” proprio a pochi chilometri di distanza).
è stato molto bello!
Ed è stato bello incontrare l’uomo che sta dietro questa meraviglia, che è Horacio Pagani, e non un manager inavvicinabile che, più che alle vetture che produce, guarda ai grafici di costi e ricavi.
Ma il tempo passa velocemente, soprattutto quando si convive con la passione e una piccola folla di visitatori, munita di telecamere e smartphone, ci attende davanti al portone d’ingresso; un interrogativo, inutile e vanitoso, mi sorge spontaneo: chissà se qualcuno penserà che questa Huayra sia mia, considerandomi abbastanza ricco da potermela permettere ?
I don't Like
L’impianto audio Sonus Faber (optional da 38.000 € e 1.200 watt)… Chi preferirebbe una playlist di MP3, al sound evocativo del motore della Huayra ?
Lifers Cool
La controversa (almeno nei giudizi) chiave di accensione che, realizzata in alluminio, ha la forma della Huayra in miniatura e contiene anche una penna USB;
Anche tu hai un'auto che ci vorresti far provare?
(riservato a concessionari e proprietari di auto particolari)
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