Test Drive
Lamborghini Urus
(prova su strada)
Qualcosa non mi quadra!
Sono seduto su una Lamborghini, su questo non ci piove.
C’è lo start formato “caccia” sotto un coperchio a scatto, lo sterzo con il Toro al centro e i classici paddle che, a Sant’Agata non deludono mai per qualità.
Eppure qualcosa non mi torna.
Accendo, metto in sport e anche il sound è quello giusto, così come la grafica dell’alzarsi dei giri, indicata sul cockpit digitale.
Però c’è qualche cosa che...
Ho capito!
L’anomalia è nello specchietto, si, nello specchietto retrovisore!
Lo guardo e, invece di vedere un motore dietro, come succederebbe (ad esempio) su una Aventador, beh, vedo la faccia dei due fotografi che, seduti su dei singoli sedili sportivi full elettrici (quindi molto simili, se non uguali, a quello su cui sono posizionato io, davanti a loro) hanno un sorriso estasiato stampato sulla faccia!
Ma cosa ci fanno lì?
Di solito viaggiano su un’altra vettura, definita di “supporto” quando testiamo qualche supercar...
Com’è possibile?
La risposta a queste domande si chiama Urus e, ancora una volta, giusto per non sbagliare o non metterci fuori strada, per la Casa di Sant’Agata identifica la razza di un toro.
Insomma, in una società in cui la condivisione social pare sia diventata la parole d’ordine, Lamborghini estende al mondo delle supercar, ops, pardon, dei SuperSUV, il concetto di condivisione di emozioni. E qui, in 4, di adrenalina ne tirerete fuori veramente tanta, pur mantenendo 574 litri di carico nel bagagliaio!
Super Sport Utility Vehicle
In marcia pesa circa 2,2 tonnellate, eppure non sembra fare nessuna fatica e, quando lo utilizzate conservando il 90% del suo potenziale (quindi a velocità da limite, mica a passo d’uomo, sia chiaro!) è silenziosissimo e consuma poco.
Merito di un intelligente sistema di disattivazione del cilindro che ne spegne quattro sotto i 3.000 giri/min.
Se vi bendassero e vi faceste portare in giro da un autista, potreste pensare di essere su una grande auto di famiglia a cinque porte, con un'adeguata altezza da terra e reali capacità da fuoristrada.
Ma non è così e, nel momento in cui vi mettete alla sua guida seriamente (perché qui entra in gioco il fatto che è uno dei SUV più veloci al mondo) lo capirete!
DNA da Supercar
Lamborghini è una piccola azienda che, oltre ad ever aumentato il suo personale, spera di raddoppiare le auto prodotte proprio con l'Urus.
E se siete tra quelli che guardano a questa operazione con un po’ di puzzetta sotto il naso, beh, sappiate che arriveranno più soldi proprio per costruire quelle supercar e hypercar (sempre più belle e performanti) che conosciamo e amiamo tanto.
Così posso assicurarvi che, benché condivide (com’è giusto che sia) le sue basi con Audi Q8, Bentley Bentayga e Porsche Cayenne, l’erogazione, il suono (botti e scoppiettii) e il suo handling sono assolutamente “unici” e donano emozioni che potrete provare solo scegliendo le migliorie specifiche della Casa di Sant’Agata Bolognese.
E non siate tristi nemmeno quando scoprirete che non è un V10 e nemmeno un V12 aspirato il motore scelto, ma “solo” (solo?) un V8 twin-turbo da 4,0 litri che produce ben 650 CV e una coppia di 850 Nm (da soli 2,250 giri/min, per giunta).
Migliore rapporto peso-potenza dell’intero segmento SUV!
L’anima supersportiva
La cosa che vi risulterà incredibile, comunque, è il modo in cui questo SUV “formato famiglia” si getta fuori dalle curve, nonostante le grandi dimensioni, veloce e piatto.
Onestamente non penso che resterebbe troppo lontano, in un giro di pista cronometrato, ad una normale Huracàn e questo è quello che mi fa andare letteralmente fuori di testa visto che (ormai l’ho dichiarato più volte) non amo i SUV: l’Urus sa essere assurdamente veloce, ma è anche stramaledettamente più comodo di una sportiva.
Dovendo fare un lungo tragitto di strada, voi avreste dei dubbi?
Nemmeno io...
La chiave di volta, ovviamente, è la tecnologia (molto lusinghiera) al servizio del conducente.
Vi ricordate quella Porsche 911 (si quella che - ahimè – attendiamo sempre di tornare a guidare) che ha iniziato la sua vita con un caratteristico squilibrio di peso al posteriore che, nel corso degli anni, è stato quasi azzerato?
Bene, così Lamborghini è riuscita a dimostrare come un concetto intrinsecamente imperfetto come quello di un SUV VELOCE possa esistere nella realtà e questo al di là delle sue dimensioni e forme. L’Urus è facile, sicuro e piacevole da guidare, grazie alla sua ANIMA, che offre un pacchetto di configurazioni specifiche unico, per ottenere la migliore dinamica di guida su ogni tipo di terreno (scrivere “strada” sarebbe decisamente riduttivo).
Le quattro ruote sterzanti, ad esempio, fanno si che a basse velocità l'interasse virtuale è più corto di un’Huracàn (sempre lei) ed è molto utile per spazi di parcheggio particolarmente stretti. Nelle situazioni di velocità più alta, invece, significa stabilità.
Poi c'è il sistema elettromeccanico attivo di stabilizzazione antirollio con risposta costante e immediata, che (come una sorta di personal trainer) fa eseguire degli esercizi giusti per rassodare le sospensioni esterne nelle curve veloci, mantenendo l'equilibrio con l'orizzonte, ma anche disaccoppiare ogni ruota quando si percorre una pista sterrata (e di questo vi parleremo nella nostra prova dedicata su pista off-road).
È, forse, la tecnologia più impressionante che io abbia mai provato, visto che (praticamente) annulla il suo baricentro alto. Una sorta di stregoneria, credetemi!
Poi non dimentichiamoci dei freni standard, che qui sono carboceramici – i più grandi montati su qualsiasi auto di serie - e il Toro ne ha proprio bisogno data la sua velocità di punta che supera i 300 Km/h e quel leggero beccheggio che ancora si avverte nelle frenate più busche.
Su strada, per divertirmi, preferisco la modalità “Sport” a quella “Corsa”.
La funzionalità di un SUV!
Ma torniamo ai sedili: quelli della Urus sono regolabili in più di una dozzina di direzioni (anche se i pulsanti sono un po’ nascosti) e sono massaggianti.
Poi ci sono lo stereo, il navigatore e gli aiuti alla guida. E il fatto che questi siano chiaramente “made in Audi”, beh, non è penalizzante, ma significa solamente che hai a disposizione il top di gamma.
Ovunque guardi ci sono esagoni, angoli, pelle e alcantara.
È un interno high-tech, dove il selettore delle marce e la leva dell’Anima sono progettati per dare subito nell’occhio e risultare quasi industriali. Dietro al volante c'è l'ormai familiare strumentazione digitale, mentre nella console centrale lo schermo superiore si occupa della navigazione, dell'intrattenimento, del telefono e delle impostazioni dell'auto.
Lo schermo inferiore è l’interfaccia per la climatizzazione, i sedili riscaldati e una lavagnetta virtuale molto simpatica, se preferisci scarabocchiare la tua destinazione piuttosto che dettarla o scriverla. È un touch un po’ particolare, ma proprio per questo molto preciso, tanto che quando digitate o selezionate una funzione gli sentirete anche fare un bel “clic” sensuale e ovattato.
No noise
L’Urus è davvero silenzioso, nell’abitacolo non si sente nemmeno il rotolamento delle gomme, quindi il B&O e le sue applicazioni media hanno vita facile. Oltretutto può fare un sacco di cose muovendosi in incognito, visto che la gente (guardandolo) ancora non capisce nell’immediato che si tratta di una Lambo. Quando manterrete la colonna sonora morbida del V8 in modalità “Strada”, scoprirete che si guida quasi da solo. Di notte, oltretutto, grazie alla telecamera ad infrarossi ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare...
I suoi cerchi da 23” (“Taigete shiny black”, 4.000 euro più Iva ben spesi) hanno attirato molte attenzioni, soprattutto tra il pubblico femminile che, finalmente, ha un approccio meno ostico e spaventato nei confronti di un Toro, anzi, molto spesso vorrebbe quasi strapparvi le chiavi per guidarlo.
Ecco perché abbiamo deciso di portarlo a vedere anche alla nostra Isabella ed ecco quello che è successo...
La parola a Lei...
Appena l’ho vista dalla finestra di casa, mi è tornata alla mente l’immagine di una navicella spaziale.
Probabilmente sia per il colore (“Bianco Monocerus” abbinato al “Marrone Elpis”), sia per la forma particolare della scocca.
Esteticamente è bellissima e non poteva essere diversamente, perché pur essendo imponente è anche audace e grintosa.
È grandissima, lunghissima, spaziosissima.
Insomma la desinenza “issima” sembra essere stata coniata proprio per questa macchina. Che poi definirla “macchina” o SUV è decisamente limitativo. In realtà è il salotto buono di casa.
Si sale e si scende con una facilità imbarazzante. Data la mia non più giovane età non ho avvertito nessun tipo di scricchiolio sinistro delle giunture e nessun dolore alla fascia lombare, come mi succede sulle supercar, il che è già una cosa fantastica.
Ma, e qui viene il bello, dentro è a tutti gli effetti una Aventador.
E quindi immediatamente sono stata catapultata nella dimensione dell’ebrezza della velocità, dell’aggressività che solo una vera sportiva può dare. E quando, il capo, l’ha messa in moto una sola esclamazione:
WOW!!
Fattore WOW
Il sound è quello di una vera Lamborghini... Il cuore fa un triplo salto mortale carpiato e l’adrenalina scorre a fiumi attraverso tutto il sistema circolatorio.
Però sono seduta su una poltrona comodissima, che all’occorrenza (praticamente sempre!) vi pratica un fantastico massaggio. Anzi non uno, ma c’è un’ampia possibilità di scelta. È così mi sono immaginata quelle giornate eterne, in cui non ne va mai una per il verso giusto e sai che dopo l’ufficio ti aspetta ancora tutto il resto, sali in macchina e come per magia il tuo sedile si trasforma in una postazione zen e probabilmente ti salverà il sistema nervoso da un sicuro tracollo.
Punto e basta
Non posso parlare molto dell’impianto stereo della macchina. Purtroppo non ho potuto apprezzarlo perché è stato troppo emozionante sentire la melodia del motore e quindi, per una volta, ho preferito tenerlo spento.
Il sistema di illuminazione interna è uno spettacolo: addirittura sfiorando il vetro, lo spot di cortesia si accende e un fascio di luce permette di truccarsi con estrema facilità, data la buona intensità.
La cintura di sicurezza poi è quasi un piacere metterla, il che è tutto dire. Subito dopo averla agganciata, infatti, si avverte un leggera pressione all’altezza del cuore, che significa che si è auto-regolata sulla persona che si è seduta. Questa cosa mi è talmente piaciuta che non ho più contato le volte che l’ho sganciata ed agganciata.
Anche i sedili posteriori, che sono uguali a quelli anteriori, sono di una comodità... Spaziale!
Il portabagagli si apre con il movimento del piede e nel momento in cui l’ho attivato mi sono passate davanti le immagini di tutte le volte che, con le borse della spesa e i cestelli dell’acqua, pur di non posare per terra nulla, ho dovuto aprire il portellone con due dita della mano destra (e mosse degne di un contorsionista) per non rompermi le unghie. Cosa che, vorrei sottolineare, andrebbe premiata con una medaglia olimpica.
Insomma, per farla breve e non tediare nessuno, questa è una gran macchina. Punto e basta.
Io non sono appassionata di SUV, anche se sono di gran moda, per tutta una serie di motivi tra cui l’ingombro e l’oggettiva difficoltà di parcheggio nelle aree urbane.
Ma questo mi è piaciuto e mi ha divertito davvero tanto... Anzi… La prossima volta, caro capo, potresti mettere anche me fra coloro che la possono guidare?
I don't Like
Fate un piccolo sforzo e scegliete il pack carbonio quando lo configurate. Il suo posteriore diventerà assolutamente irresistibile.Lifers Cool
Puro design Lamborghini per il primo Super Sport Utility Vehicle, che rimane fedele al suo DNA.VIDEO
Se avete 3,6 secondi, beh, guardatevi il VIDEO!
Anche tu hai un'auto che ci vorresti far provare?
(riservato a concessionari e proprietari di auto particolari)
RINGRAZIAMENTI SPECIALI
Dott.ssa Clara Magnanini e Lilia Guerzoni (Automobili Lamborghini S.p.A.) e a CAVE MONCALIERI S.R.L. per averci ospitati nella loro location.
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