Centenario Roadster, la nuova one-off Lamborghini
Lamborghini Huracan Lp610-4 Prove su pista
Arrivare all’autodromo di Modena con una Lamborghini, beh, crea
sempre un po’ di scompiglio ed eccitazione. Il suo V10 da una bella scossa a tutti i presenti e
Clara Magnanini (splendida, ma inflessibile “Press Office”) sarebbe fiera di me,
per le attenzioni e la cura che le ho dedicato lungo tutto il tragitto stradale...
Pensate che ho pure voluto fermarmi ad un lavaggio, nonostante fosse ancora lucida e splendente,
prima di entrare in pista: “melius est abundare quam deficere“, ho pensato...
Però ora il tempo delle “smancerie” è finito. Ci sono 2.007 metri da percorrere
, tra cordoli e 11 curve,
implorando il dio del vento, del fuoco e della tempesta e, confidando, nella buona sorte.
Quindi perché aspettare ?
Iniziamo?
Non crediate sia impazzito, visto che stiamo parlando di una Supercar (per giunta italiana) ma la mia prima sensazione, dopo alcuni giri di riscaldamento, è che la Huracán cominci a dare veramente il meglio di se solo se la si spinge al massimo, se si scatenano tutti i suoi 610 CV, svelando un mix di brutalità ed equilibrio costantemente in mutazione.
Il connubio motore, telaio e cambio risulta imbattibile per chi sta al volante e malgrado aumenti il mio ritmo, accelerando, ho una netta sensazione che le sue prestazioni non abbiano mai fine. Diciamo che ti incoraggia positivamente ad indagare il tuo talento alla guida ma, alla fine, già sai che sarà sempre lei a vincere.
Continuiamo
La Huracán “polverizza” i rettilinei in un modo che ti obbliga a ricalibrare la tua mente: è talmente veloce (anche se i 325 Km/h di velocità massima, qui, sono praticamente irraggiungibili) che il tuo cervello fatica a stargli dietro e si finisce per frenare sempre prima di quello che lei vorrebbe. Perché una volta entrati in temperatura, i carboceramici (di serie) diventano molto sensibili e producono una decelerazione quasi immediata quindi, si attiva una sorta di gioco “mente-piede” che ti porta a ritardare sempre più il bloccaggio delle ruote, fortunatamente senza conseguenze alcuna.
In pista, dopo alcuni giri in SPORT, che (come vi dicevo nella nostra prova su strada, predilige il retrotreno) mi rendo conto che l’elettronica inizia a remarmi contro e, forse non conoscendo le mie capacità di guida, diventa sempre più guardinga. Decido, allora, di fare l’ultima importante scelta della giornata e attivo la modalità CORSA, con cambio impostato su “manuale”.
e non ci fermiamo
Il doppia frizione ha una superba messa a punto, in questa modalità, e quindi è un piacere usarlo, evitando di andare a sbattere contro la linea rossa che il contagiri (dalle dimensioni possenti) ti lascia sempre in primo piano. La risposta immediata del nuovo cambio è favolosa ed è un salto in avanti notevole se avete mai avuto occasione di provare l’E-Gear della Gallardo.
La Huracán si trasforma, cambia anima ancora una volta (credo sia proprio questo il motivo per cui hanno chiamato così il suo selettore) e diventa più neutra e gestibile, abbinando maggiore coppia all’asse anteriore; è questa la modalità che preferisco ed è questa che vi consiglio in pista (ovviamente se avete un po’ di sale in zucca e sana passione per la guida pulita e di precisione).
Ora l’intervento dell’ESC (Electronic Stability Control) e del TCS (Traction Control) non mi obbligano più a correzioni “contro-natura”, la rigidità e la prontezza nei comandi sono assolute (vi ho detto che, per la prima volta, non litigo MAI nella ricerca dei paddle, che sono ergonomicamente perfetti ?) e l’interazione fra sterzo, sospensioni e freni risulta perfettamente equilibrata.
Grazie al V10 aspirato (oggi vero valore aggiunto della Casa del Toro) aprendo il gas l’accelerazione è si brutale (con uno 0-100 da 3,2 secondi, sfido Voi a rimanere insensibili ) ma progressiva e, quindi, assolutamente dosabile. Il sound è celestiale e, tra i 4.000 e gli 8.000 giri, vi sembrerà di essere al posto di comando di una delle navicelle di “Star Wars“.
Ti ripaga con una velocità strabiliante, la parte posteriore sbanda in frenata (nella parte più guidata del circuito, da seconda e terza marcia) ma non appena si spinge sull’acceleratore, la coppia motrice (di default è 30% davanti e 70% dietro) viene trasferita, in una sorta di danza sensuale dal continuo cambio di ritmo (avete presente un “tango”, passionale e sanguineo ? Si, proprio quello!), verso le ruote posteriori e poi, ancora, verso quelle anteriori, evitando così eccessivi slittamenti e bilanciandola (già) per entrare nella curva successiva. Eccitante!
fino alla fine
Qualche collega straniero, mi pare di aver letto, sostiene che “il suo equilibrio è così impressionante che vorrebbe che fosse un po’ meno controllata”. Non sono d’accordo… Le regole delle supercar di oggi sono cambiate, ma se il loro compito rimane quello di farti sentire speciale al loro volante, beh, mi pare che questa Lambo faccia il suo dovere a pieni voti.
Lo sa bene anche la bella e dannata di Sant’Agata Bolognese che (con il telaio che è un mix di alluminio e polimeri rinforzati con fibra di carbonio) secondo me, in buone mani (e sulla pista giusta) sarebbe in grado di dare del filo da torcere anche alla sua sorella maggiore AventadorLP 700-4 che, proprio per questo, non vediamo l’ora di provare. Vero Clara ?
Insomma, siamo felici di aver toccato con mano che, benché si sia operato (molto) per rendere quest’auto guidabile ad un utilizzatore medio, beh, si è anche lavorato (soprattutto) per fare della Huracán, una vera Lamborghini!
Anche tu hai un'auto che ci vorresti far provare?
(riservato a concessionari e proprietari di auto particolari)
RINGRAZIAMENTI SPECIALI
Abbiamo potuto vivere questa esperienza e possiamo condividerla con voi grazie alla Dott.ssa Clara Magnanini di Automobili Lamborghini S.p.A. e al Sig. Gaspare Alberto Nobile di Autodromo di Modena
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