Italdesign produrrà la GT-R50 da 720 CV di Nissan
Test Drive
Italdesign
Zerouno
(prova su strada)
Non amo il gioco d’azzardo ma, in questo periodo dell’anno, se volete soddisfare questa voglia, si può giocare praticamente ovunque; la Lotteria Italia, i giochi a premi, i Gratta e Vinci (che non si trovano solo più dal tabaccaio, ma anche nei bar, in alcuni supermercati e negli Autogrill).
È evidente che fanno leva sull’umana speranza di cambiare vita.
Così, per via di quella insistente melodia televisiva e radiofonica che dice “a Natale puoi”, beh, mi faccio tentare pure io e compro un “Nuovo Maxi Miliardario”: costa venti euro e parrebbe un ottimo investimento, visto che la vincita massima è di cinque milioni; ovviamente questo importo si trova solo in un biglietto ogni sette milioni e mezzo. Per intenderci, se tutti gli abitanti delle prime sei città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e Genova) grattassero un tagliando, solo uno troverebbe il primo premio.
Bene.
Oggi, con un incredibile colpo di fortuna, sono io il vincitore del “Nuovo Maxi Miliardario” e, dopo essermi “momentaneamente ripreso” da questa incredibile scoperta, beh, ho la possibilità di dar seguito ad un’ampia serie di possibilità: estinguere un mutuo, smettere di lavorare, viaggiare intorno al mondo, acquistare un loft o delle macchine di lusso.
Ecco, mi sa che (in primis) mi dedicherò proprio a quest’ultima!
Voglio qualcosa di molto esclusivo, voglio una progettazione di ottimo livello (sia in termini di prestazioni, che di sicurezza) ma, soprattutto, non voglio una delle “solite” supercar, per quanto in serie limitata e molto costosa...
Mi viene in mente un numero, 5 (si, proprio come i milioni che ho vinto, ma anche come il numero massimo di vetture prodotte) e un solo nome: Italdesign Zerouno!
Italdesign Automobili Speciali
Prima di tutto “gioco in casa”. Torino, la mia città, anche se dovrò percorrere qualche chilometro in più per raggiungere Moncalieri, dove è ubicata la sede principale di Italdesign Automobili Speciali (questo il nome della divisione che si occupa - dal design, allo sviluppo e alla produzione – delle vetture in serie ultralimitata).
E già qui mi accorgo di fare una cosa piuttosto strana, per un novello milionario appassionato di auto: ossia non delego il primo contatto ad un “procuratore”.
Ok, mi giustifico pensando che non sono ancora così “impegnato” da non avere un ritaglio di tempo per gestire la cosa, ma volete mettere il piacere di poterla guardare e, soprattutto, guidare di persona?
Così una semplice mail mi apre un mondo e, soprattutto, un contatto con la matita di Filippo Perini (Head of Innovation Design).
Il suo tratto è inconfondibile nella Zerouno e, nonostante tutti continuino ad evidenziarmi la sua base condivisa con l’Audi R8 (per ovvi motivi, anche di “buon vicinato”) per me è, e rimane, una Lamborghini Huràcan profondamente rivista, soprattutto nello studio unico della sua tecnica aerodinamica che, in questa hypercar limitatissima, pare essere uno degli aspetti più importanti.
Un po’ come i riscontri dettati dalla galleria del vento. Del gruppo Audi, comunque, la Zerouno riprende il telaio modulare di carbonio e alluminio, il motore V10, il cambio a doppia frizione e molto altro.
Il compromesso ideale dell’esclusività
Il fatto di poter interagire direttamente con il designer, nella sua configurazione, è un privilegio concesso a pochi. E, se mai volessi dare un’impronta più (o meno) racing alla mia vettura, modificando alcune parti aerodinamiche (tipo l’alettone posteriore) sappiate che è lui l’unico che può tradurre il mio pensiero in realtà. Un po’ come ha fatto con l’abbassamento di 15 mm del tetto e dei montanti anteriori che, ovviamente, non hanno compromesso l’omologazione della vettura.
In Italdesign, infatti, stilisti e progettisti lavorano contemporaneamente, portando avanti simultaneamente le soluzioni stilistiche e le verifiche funzionali e di fattibilità, fino a giungere al compromesso ideale che soddisfi estetica e prestazioni.
Per non parlare, poi, del campo della personalizzazione: ogni dettaglio, sia all’interno che all’esterno, può essere scelto e diventare esclusivo, tanto che pure la vernice proposta rimane unica e prende il nome dal proprietario della Zerouno a cui è associata.
Avrò anch’io, quindi, il“Giallo Longhini”?
Personalizzare è bello!
Così, nonostante potrei fare tutto stando comodamente seduto sul divano della mia (nuova) casa, attraverso un fitto scambio di posta elettronica e cartelle con campioni colori, beh, preferisco seguire passo passo e di persona la costruzione della mia Zerouno. Del resto, quando mi ricapita?
Il primo impatto con il frontale è duro, ma ti porta, immediatamente, a soffermarti su tutto il resto. La sua impostazione è ispirata alle vetture monoposto da competizione a ruote scoperte. L’elemento caratterizzante è il poligono a sei lati, che diventerà un po’ il marchio di fabbrica.
Le sue appendici aerodinamiche richiedono tempo e attenzione per essere apprezzate all’interno delle sue forme tirate e spigolose. Bisogna sempre partire dal principio che, in Italdesign, non esiste proposta stilistica che non sia anche, al tempo stesso, una soluzione pratica.
Rimango così, fermo, per un lasso di tempo interminabile a guardarla e non riesco a fermarmi dall’andare alla ricerca di particolari.
Bellissimi i gruppi ottici (sia anteriori, che posteriori), le feritoie sui passaruota, gli spoiler ad ali sovrapposte e la famosa soluzione aerodinamica con il nome Y Duct ®. Qualcuno l’ha definita “nasone” e non avrà, certo, la mia stima!
Una sola fede: motorsport!
Poi, finalmente, arriva il momento di provarla.
La “numero 0”, quella dello sviluppo. Così mi ritrovo seduto al suo interno, mentre fuori piove e il fondo stradale risulta sporco e viscido per via delle foglie cadute dai numerosi alberi che costeggiano la Panoramica (una delle strade più tortuose e belle della collina di Torino); e nonostante il valore della macchina consiglierebbe di andarci piano, mi lascio trasportare dalla fiducia di Umberto Giorio (sul mezzo, che conosce così bene, o verso la mia guida?) che, se Dindo Capello è stato il suo papà nello sviluppo stradale, beh, lui (visti i km che ci ha macinato sopra, in ogni situazione) è un po’ lo “zio ad honorem”!
Umberto mi dice di spingere, come se la strada fosse asciutta, ed io non me lo faccio ripetere due volte. I pneumatici, di diretta derivazione motorsport, aiutano; si tratta di una versione dedicata ed esclusiva dei performanti P Zero, nelle misure 245/30 R20 all’anteriore e 305/30 R20 al posteriore. Più che il fatto che appartengono alla nuova linea di coperture colorate, mi lascia esterrefatto il grip che sono in grado di dare alla Zerouno sul bagnato.
Si capisce subito che il telaio in fibra di carbonio ed alluminio e il potente motore V10 5.2 aspirato, sono l’obiettivo di questo progetto.
610 CV potrebbero sembrare pochi per una hypercar, ma vi posso assicurare che la guida è molto differente da quella di un’R8 di serie e non solo per via del peso inferiore; qui ci si trova a convivere (volendo giornalmente) con prestazioni da vettura da competizione, ma omologata per girare sulle strade normali. 0-100 km/h in 3,2 secondi ed una velocità massima di 330 km/h lo confermano.
No ansie, ma solo sana agitazione...
La parte inferiore è guidata dall’aerodinamica. E si sente.
La “numero 00”, inoltre, punta su una configurazione più accentuata, tipica delle vetture da competizione.
In seconda marcia, sul bagnato, scoda, nonostante la trazione integrale...
Ma è una derapata pulita, gestibile anche con i controlli staccati e gli ammortizzatori sono rigidi, ma mai intollerabili per il tipo di percorso.
Il motore, da principio, è tutto ed ha una vivacità istantanea e contagiosa anche ai bassi. Il V10 è una scelta controcorrente, ma azzeccata.
Il suo sound è fantastico. È una canzone d’amore elettrizzante dedicata al motore aspirato.
Mi ritrovo a maneggiare i paddle (del doppia frizione a sette rapporti) più di quello che, in realtà, dovrei… Ma lo faccio solo per poter ascoltare (ancora una volta) l’urlo degli scarichi senza il bavaglio delle turbine e i loro adorabili “borbottii.
Anche il potente impianto frenante carboceramico Brembo (da 8 pistoni all’anteriore e 6 al posteriore) è all’avanguardia e non necessità più di tempi biblici per entrare in temperatura. Anzi, qui si è trovato (addirittura) il modo di estrarre l’aria calda, generata dal suo uso intensivo, attraverso i cerchi da 20” in alluminio realizzati da un’altra azienda italiana, ossia la OZ.
Insomma, la Zerouno da subito confidenza, la guida è precisa e si tuffa fra le curve in maniera maestosa, senza mai creare troppe ansie, ma solo sana agitazione.
Interno “giallo-blu”
All’interno domina la fibra di carbonio. Pannelli porta, plancia e tunnel centrale sono tutti realizzati esclusivamente con questo materiale.
Il cockpit, specifico e ridisegnato per la vettura, è digitale e racchiude tutti i comandi principali. I colori utilizzati (giallo e blu) non sono casuali, ma richiamano quelli della Città di Torino e, per me, sono perfetti!
Un po’ come la seduta, da vera sportiva.
Ovviamente anche la mia Zerouno avrà il muso di un toro come simbolo (ispirato ai famosi Toret – tipiche fontanelle - della Città) e sarà coperta da garanzia; i meccanici del Concessionario Audi più vicino alla mia residenza abituale saranno formati per svolgere al meglio tutte le sue attività di manutenzione periodica necessarie. In caso di necessità, per interventi più complessi, sarà invece un team di tecnici Italdesign a raggiungermi, in qualunque parte del mondo io sia.
La rivelazione...
Insomma... Ho capito che la Zerouno è un chiaro invito a visitare Italdesign, per conoscere le loro capacità nel progettare e costruire modelli in serie ultra-limitata (prevedono di realizzarne uno ogni 18-24 mesi) per i clienti che possono trasformare i loro sogni in progetti reali, mettendoli su strada. E, se non fosse che quel famoso “Nuovo Maxi Miliardario” (ora posso rivelarvelo) io, alla fine, non l’ho mai comprato, beh, la Duerta (visto che le 5 coupè sono già state esaurite al momento del lancio) entrerebbe sicuramente a far parte della mia collezione privata.
...Non mi resta, allora, che correre nuovamente dal tabacchino e, questa volta, confidare nella "Dea Bendata"!
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Ho letto, da qualche parte, che il proprietario della 0001 starebbe vendendola (al doppio del suo valore) tramite “JamesEdition” dopo averci (appena) percorso 500 Km... Sarà anche un ottimo imprenditore, ma non sa quello che si è perso!Lifers Cool
Mi piace che nella Zerouno (nonostante sia un progetto internazionale) ci sia stato il piacere di celebrare la passione e il savoir-faire che uniscono, idealmente, Italdesign a Torino.VIDEO
Il sound della Zerouno, tra le foglie della meravigliosa strada "Panoramica" della Collina Torinese
Anche tu hai un'auto che ci vorresti far provare?
(riservato a concessionari e proprietari di auto particolari)
RINGRAZIAMENTI SPECIALI
Dott. Franco Bay (Head of Communications), Christian Bolognesi e Umberto Giorio (Italdesign).
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