DB11 Volante: l’ultima evoluzione della iconica Sports GT convertibile di Aston Martin
Aston Martin DB11
Coupé 5.2 V12
prova su strada
È innegabile, se l'automobile per molti è ancora un simbolo socio economico da esibire, un certo declino generale sta rischiando di appannarla;
diciamo che si sta un po’ perdendo quell’esperienza sensoriale che la fa “il” mezzo che ti da libertà.
Fortunatamente esistono ancora marchi che, malgrado abbiano passato mille traversie societarie, continuano a produrre sportive di lusso che hanno la facoltà di essere DESIDERATE;
che ognuno vorrebbe avere all'interno del proprio garage ma, potendo, terrebbe anche volentieri dietro ad un vetro, in una teca (come si fa con le opere d’arte) solo per poterne godere della bellezza.
Ti giri, ammirato, a leccarne le linee con gli occhi...
Inutile che ci giriamo attorno: la DB11 è una di queste; la vedi e ti giri, ammirato, a leccarne le linee con gli occhi e a contemplarne le forme, "sensuali", alle quali è impossibile rimanere indifferenti.
Del resto la memoria umana è fragile, tende a dimenticare, quindi meglio concentrarsi ed osservare, bene, quella che è la sportiva più importante nella storia del brand, lunga ben 107 anni.
I tanti elementi di styling (c'è ne sono davvero molti, vi assicuro) rischiano di perdersi a chi la vede per la prima volta; perché ci sono piccole, ma innumerevoli, attenzioni che rendono fantastico il tempo che passate con lei.
E non mi riferisco, solo, alle porte in magnesio pressofuso che aprendosi si sollevano (senza sforzo) verso l'alto per evitare che possano sbattere sui marciapiedi più alti. Penso, anche, allo spoiler posteriore Aero Blade "invisibile”, all’accostamento bicolore tra archi del tetto e carrozzeria, ai numerosi muscoli e nervi che danno volume e forma ai dettagli delle superfici; ai sontuosi materiali naturali all’interno (nel nostro caso pelle e legno pregiato), alla finezza del bracciolo centrale elettrico o all’impianto audio Bang & Olufsen BeoSound da 1.000 watt con tecnologia ICEpower.
Pensate che esiste anche un pacchetto “finiture interne sotto il cofano” che prevede, tra le altre cose, la placca astina e tappo di riempimento olio con finitura in oro. Fantastico!
Si rimane (solo) un po’ disorientati per alcuni accoppiamenti poco curati di guarnizioni e plastiche; qui la maestria artigianale che ci saremmo aspettati, beh, si perde un po’...
Edonismo automobilistico!
Bene, invece, la coreografica strumentazione virtuale (con tanto di telecamera a 360°) che beneficia di uno schermo da 12 pollici al quale va aggiunto un secondo quadrante da 8, al centro della plancia, dedicato all’infotainment.
A richiesta si può avere anche un touchpad con riconoscimento grafico e dei gesti...
James Bond ne sarebbe sicuramente attratto!
Del resto le auto, questo grande mito da maschio alfa, fanno parte della sua vita, nel bene e nel male. Ecco il motivo per cui l’abbiamo portata, per celebrarla, in una struttura moderna e all’avanguardia come Casa Format, tra arredi design, cucina raffinata e ottimi vini che, crediamo, all’agente segreto sarebbero piaciuti un sacco.
Perché questa 2+2 è, innanzitutto, una dichiarazione di stile futuristico e, mettersi alla sua guida, beh, è puro edonismo automobilistico (oltre che un sano allenamento per gentlemen).
Urla? No, suono!
Non siete tipi da farvi attrarre in inganno dall'estetica?
Allora troverete soddisfazione nel ringhio baritonale del nuovo V12.
È un suono da libidine pura!
Spingete fino in fondo lo Start di accensione (per qualche secondo in più del necessario, per farle capire bene quale siano le vostre – belliche - intenzioni) e il poderoso motore addormentato prenderà vita con terribile autorità.
Ad ogni frustata dell'acceleratore l'aria si riempie di urla deflagranti. Anzi, il suono si intensifica ancora di più se decidete di premere il pulsante "Sport"...
La musica del dodici cilindri è epica ed è proprio difficile resistere.
Ma poi c’è anche un nuovo telaio, un bel design, una aerodinamica attiva; tutto per far sentire a suo agio il guidatore.
Aston Martin ha sviluppato la DB11 come un vero e proprio tourer, bilanciando il comfort e la sua gestione sportiva in un bel pacchetto che la rende più una macchina confortevole per una fuga (meglio se in due e a molte ore di distanza), che per un improbabile track day...
Una sorta di jet privato (ovviamente tailor made) da utilizzare quando non avete voglia di prendere la via dei cieli.
Chi acquista questa inglesina, quindi, non lo fa per le sue prestazioni (benché siano di tutto rispetto: 0-100 km/h in 3,9 secondi e velocità massima di 322 km/h) ma perché è un'ottima compagna di viaggio. L'ho capito in questi giorni intensi e affascinanti trascorsi con lei.
Lo scopro mentre percorro una distesa di alberi svettanti (dietro il parco della Palazzina di Caccia di Stupinigi) nei loro colori autunnali, giallo pastello, rosso acceso e ambra cupo.
È un perdersi invitante. Un ritorno alla guida romantica.
I LOVE GT
Quindi preferisco più la sua faccia aggraziata ed elegante, che si chiama GT, a quella più sfacciata e aggressiva della mappatura e dei settaggi delle sospensioni attive (ADS, con tecnologia Skyhook) in Sport.
Davanti, la coupè inglese è fermissima, precisa e tagliente come un bisturi, così reattiva e pronta che "sente" ogni millimetrica variazione dell'angolo di sterzo. Ecco perché non amo molto l'idea di usarla in " Sport +"; con questo programma trovo poco chiara la risposta del cambio ZF (a 8 rapporti) e il retrotreno diventa decisamente più cedevole: vuoi per i suoi 608 cavalli e 700 Nm di coppia (che esplodo in maniera "brutale"), vuoi perché se il fondo non è più che perfetto (o, peggio, è bagnato) finisce per darti presto un legittimo avvertimento, fatto di una sonora pacca sulla spalla che significa: “alza il piede e cerca di farlo al più presto”.
Questo V12 di 5.2 litri biturbo (che ora sta tutto dietro l'asse delle ruote anteriori) mi colpisce (quasi) di più quando va tranquillo ed eroga le sue prestazioni colossali in maniera pacata e misurata; più quando disattiva i suoi sei cilindri (non sempre gli stessi, per mantenere uniforme la temperatura delle singole bancate) regalando percorrenze notevoli, che quando risponde alla tentazione di esagerare.
Per godertela non devi per forza strapazzarlo. A basso regime è dolce e grintoso, ricco di tonalità e non hai bisogno di cambiare così spesso rapporto. E’ un piccolo capolavoro che (come sempre accade sulle Aston) detta il carattere dell’auto e, in questa versione di lancio (limitata) porta in dono anche la firma del Dr. Andy Palmer (President and CEO) oltre che i listelli battitacco personalizzati
Quindi è un'auto che vi farà innamorare ogni volta che le metterete gli occhi addosso, che vi farà gustare l'adrenalina ogni volta che darete vita al suo motore (attraverso l’emozionante pulsante di accensione al centro della plancia), che vi farà sentire vivi ogni volta che la metterete in marcia sui suoi Bridgestone S che, non a caso, si chiamano 007.
...E fa benissimo quello che si chiede ad una granturismo di nobile lignaggio: ossia guidare senza affaticarsi.
Il parallelo musicale... Che male non fa!
E se rimangono segni dell’indipendenza di Aston, tipo le impostazioni elettriche dei sedili in posizione perfetta per la guida a destra (quindi un po’ nascoste per chi guida a sinistra), il modo coreografico di abbassare gli schienali dei sedili anteriori (attraverso un laccio di raffinata pelle) e il volante dalle forme controverse (ma così dannatamente sexy), giustamente gli inglesi hanno fatto anche un po’ di outsourcing di ciò che non rappresentava il core dell’azienda e si sono mossi di conseguenza.
Così, in un' epoca in cui i confini sembrano riacquistare (tragicamente) importanza, occorre dire che c'è anche un po’ di Italia e (molta più) Germania, in questa rinascita del marchio inglese di Gaydon.
E, questo, male non fa.
E’ lei la vera "Sex Bomb"?
Mi viene da fare un parallelo musicale: pensate a "Sex Bomb" di Tom Jones.
Avrebbe avuto lo stesso successo, la canzone dell'icona Gallese, se non ci avesse messo le mani un certo Mousse T, DJ e produttore discografico tedesco d'origine turca?
Non credo...
A volte, quindi, grazie ad un piccolo aiuto da parte di amici, puoi fare tua la canzone di qualcun altro e trasformarla in un successo colossale.
Nel caso della DB11 questi amici sono degli imprenditori Italiani e dei tecnici di Mercedes-AMG.
Daimler AG, società madre del Marchio della Stella, possiede il 5 per cento di Aston Martin e chissà che ora, con il suo V8, non renda questa "gran tourer" (erede della DB9) una vettura ancora migliore.
Per il semplice costo di 0,1 secondi nello 0-100 Km/h e 20 km/h nell'estremità superiore del contachilometri, infatti, si ottiene un motore che ti consente di risparmiare denaro sul prezzo di partenza dell'auto, sulla pompa di benzina, e migliora la dinamica cantando (ugualmente) una canzone fantastica, anche se si tratta (solo) di un remix!
Forse vale la pena di pensarci...
I don't Like
La DB11 è irresistibile e questa è un'altra cosa che dovrete mettere in conto quando vi ritroverete a convivere (e combattere) con qualche suo difetto;le zone critiche che l'Inglese ha ancora il compito di correggere.
Lifers Cool
La DB11 è la prima di quattro auto che prevedono un crossover (DBX), una nuova auto sportiva, una berlina Lagonda (probabilmente anche elettrica) e un'hypercar (Vulcan) dal carattere esotico. Se queste sono le premesse, beh, non vi pare un album che può rivelare tanti singoli di successo?VIDEO
Abbiamo portato, per celebrarla, la nostra DB11 in una struttura moderna e all’avanguardia come Casa Format, tra arredi design, cucina raffinata e ottimi vini che, crediamo, sarebbero molto piaciuti anche all’agente segreto di Sua Maestà. GUARDATE UN PO!
Anche tu hai un'auto che ci vorresti far provare?
(riservato a concessionari e proprietari di auto particolari)
RINGRAZIAMENTI SPECIALI
Aston Martin (Gaydon), Andrea Levy (Presidente Parco Valentino), Ester Baima e Igor Macchia (Casa Format, cucina e ospitalità e Format Abitativi, arredamenti e design).
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