A290, Alpine entra in una nuova era, ma elettrica…
Test Drive
Alpine A290 GTS
(prova su pista)
Se mi seguite, sapete che ho espresso più di una volta il mio interesse per la nuova hot hatch di Alpine, ossia la A290. E questo sebbene sia una full electric.
Non voglio stare a soffermarmi troppo su questo argomento. Guidavo le auto quando non esistevano i sistemi di controllo, le cinture di sicurezza erano un accessorio lontano e, a scuola guida, ti insegnavano a fare gli spunti con acceleratore e frizione sulle salite. Pertanto è logico che la mia preferenza vada (sempre) al termico.
Però è arrivato il momento (soprattutto se fate questo mestiere) di farvene una ragione di vita, giusta o sbagliata che sia, e guardare al futuro con meno rancore e ottusità.
Del resto la storia insegna che ogni cambiamento comincia con un attrito e finisce con un accordo.
Quindi era tanta la voglia di provarla e l'idea di poterla anche spremere (per bene) su una pista; un plus a cui non avrei rinunciato per nulla al mondo.
Punto e a capo.
LA MISSION
Così sono volato fino in Spagna, sull'isola di Palma de Maiorca, per guidarla sul circuito di Llucmajorche, a mio parere, si è dimostrato una scelta perfetta per questa tipologia di vettura.
Un tracciato corto, ma tecnico. Molto guidato, con rettilinei contenuti e quindi perfetti per una vettura che, nella sua declinazione più sportiva GTS, vi mette a disposizione 220 CV.
Ma andiamo con ordine...
ELETTRIZZANTE
Prima di tutto vi confermo che la A290 è un bell'oggetto. Il suo design crea dipendenza e prende spunto (ripeto, prende spunto, perché i paragoni potrebbero sembrare un po' blasfemi) nel migliore dei modi da un'auto epica per quelli della mia generazione: la Renault 5 Turbo.
Più la osservate (davanti, dietro, di fianco) e più vi fa venire la voglia di possederla.
Una sensazione simile a quella che mi aveva catturato, a Parigi, al mio primo incontro con la nuova Renault 5 E-Tech. Anche perché, per una volta, non si tratta nè di un SUV e nè di un crossover, ma di una berlina compatta.
Ma se è innegabile che le due auto abbiano vincoli di parentela, il lavoro fatto dagli ingegneri Alpine ha creato un'anima molto diversa e, in questo caso, sicuramente più votata alla sportività e al divertimento.
Non si tratta solo di badge e marketing fatto di orpelli per rendere una city-car più sportiva.
Qui è stato proprio fatto un lavoro mirato per rendere più dinamica la sua guida. E tutto è stato realizzato molto bene.
FATTORE "X", DNA "HOT"
La carreggiata è allargata di +60 mm, grazie a passaruota maggiorati e i pneumatici Michelin Pilot Sport 5 (ottima scelta) montano su cerchi da 19”, dal disegno decisamente accattivante. Soprattutto nella versione nera.
E poco importa se piacciano, o meno, i fari con il motivo ad "X", che per i giovani possono far pensare al "fattore X-Factor" ma, per chi ha qualche capello bianco in più, sono un chiaro omaggio, divertente e unico, al nastro che veniva attaccato sui fari delle auto da rally negli anni '70-'80.
COSTOSA, MA BEN SVILUPPATA
All'interno, benché si respiri un'aria che ricorda molto
quella di un simulatore di "Gran Turismo", i sedili offrono una seduta più bassa (per connettervi al meglio con l'asfalto) e, nello stesso tempo, più contenitiva.
Mai, però (e ripeto mai) stancante o scomoda.
Perché in Alpine lo sanno che la userete (soprattutto) come prima vettura e, quindi, hanno pensato (anche) alla vostra schiena.
Oltre alla pelle nappa bicolore, con tanto di bandierina e i loghi A290 a dare un tocco di personalizzazione in più.
I materiali di rivestimento sono buoni e le plastiche meno entusiasmanti sono abilmente nascoste nelle parti meno visibili.
In pista, se vi scordate la rigenerazione in frenata, (escludendola, girando una manopola “RCH - Recharge - blu" presente su una delle tre razze del volante), staccate gli ADAS (soprattutto quelli che finiscono con "assist") e disattivate (tenendolo premuto per qualche secondo) l’ESC – Electronic Stability Control (si, SI PUO’ FARE!) - apprezzerete il suo controllato nervosismo sul posteriore che vi permette di giocare con i trasferimenti di carico e vi fa divertire tra le curve. Questo anche grazie ad uno sterzo non molto veloce ma, nell'insieme, ben calibrato.
Piuttosto vanno lodati l'avantreno McPherson, il retrotreno Multilink e gli ammortizzatori con finecorsa idraulici, che fanno un ottimo lavoro anche nella guida quotidiana su strada.
Poi, una volta tanto, la batteria (52 kWh, per 364 km dichiarati di autonomia) aggiunge massa e distribuisce il baricentro in modo uniforme (solo il 57% del peso insiste sull’avantreno) irrigidendo l'intera struttura.
OV Vs BRAKE
Volendo, soprattutto nei rettilinei o nei sorpassi stradali, potete utilizzare anche la "leva overtake di colore rosso", posizionata sul piantone del volante. Non si tratta di un overboost, ma di una erogazione immediata della massima coppia disponibile, che potete gestire nel tempo (30 secondi al massimo) e nell'intensità, con il pollice della vostra mano destra. È vero, è quello che otterreste anche spingendo fino in fondo l'acceleratore e, ad un'analisi più attenta, potrebbe sembrare quasi inutile; ma non è cosi.
Fa risultare il tutto molto più immediato e percepibile nella schiena, quindi diverte e crea dipendenza. Fidatevi!
Assolutamente priva dei problemi classici delle elettriche, la frenata.
È una delle particolarità che ho apprezzato di più.
È potente fin da subito e vi permette di modularla grazie ai Brembo, rimarchiati Alpine, che si comportano come se foste su una termica. Ecco quello che ci vuole su una hot hatch a batteria.
Il quadro strumenti da 10,25”, situato dietro al volante, e il display centrale di infotainment da 10,1”, hanno esclusivi temi visivi, basati su forme triangolari che ricordano le montagne.
Si fatica solo un attimo a trovare il pulsante di accensione/spegnimento vettura che, diciamo, non è dove ti aspetteresti.
Attraverso la sezione telemetria poi avrete a disposizione il vostro "muretto" dedicato. Pensate che vi offre pure una funzione di Coaching che dispensa consigli pratici di guida, con tanto di animazioni. Con i Challenges, poi, misurate i vostri miglioramenti e sbloccherete nuovi livelli di guida.
In pratica proprio come se vi ritrovaste a giocare con la PS, ma nel mondo reale.
URBAN TRACK
Insomma, è un assetto studiato per il divertimento che, passato l'iniziale imbarazzo legato alla discesa della percentuale della batteria (qui indicata, in modo molto carino, con l'immagine di una Alpine A290 che va, mano a mano, scurendosi) vi farà varcare la soglia dei track day (sempre che abbiate il coraggio e la voglia di farlo) con il sorriso sulle labbra.
Ci viene da chiederci cosa sarebbe successo se avesse avuto qualche cavallo in più e adottato un differenziale autobloccante di tipo meccanico.
L'importante, comunque, è scegliere l'autodromo giusto e non andare alla ricerca della velocità assoluta, ma della tecnica di guida. Ovviamente lasciando fisso il selettore su "sport".
Si, proprio come succedeva con le "bombette" anni '80, ma alla "nuova maniera" o, se preferite, 4.0.
Tanto i 30 minuti necessari per la ricarica fast, da 15 a 80%, passano veloci: il tempo di un caffè, lungo.
I don't Like
C'è stato uno studio molto attento sulla forma dello sterzo di questa Alpine, a tre razze con parte inferiore piatta e marcatura a ore. Alcune idee sono pure interessanti. La dimensione dello spessore e i materiali utilizzati per la corona, però, non mi convincono pienamente.Lifers Cool
Il sound, percepito all'interno dell'abitacolo (Alpine Drive Sound), soprattutto quando la mettete in sport, crea un risultato sonoro molto accattivante e poco "finto". Credetemi, è la prima volta che lo apprezzo su un'elettrica e non mi fa venire la voglia di escluderlo. BRAVI!VIDEO
Poter testare una vettura su una pista è sempre un ottimo motivo per prendere un aereo. Se poi vi dicono che potete provarla a controlli disinseriti e che (benchè si tratta di una 100% elettrica) ricorda molto una hot hatch anni '80, beh, il divertimento è assicurato!
Ecco il nostro piccolo riassunto finale.
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RINGRAZIAMENTI SPECIALI
Grazie alle Dott.sse Giorgia Solarino e Paola Rapaci e al Dott. Carlo Leone (Renault Italia S.p.A).
Agli Ingegneri Alpine che si sono occupati di questo progetto (che escludono uscirà mai in versione termica) e ai "compagni di merende", Jose Citro e Paolo Tognon.
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