Alpine A110: da oggi è possibile prenotare il test drive
Test Drive
Alpine A110 Pure
(prova su strada)
È da stamattina che mi gira per la testa una canzone e, non ci crederete, appena mi danno la keyless (a forma di scheda e con un bel contenitore personalizzato) della A110 e ci salgo sopra, la radio si accende e dice così:
“Questa notte è nostra
Faremo come il vento
Da zero a cento”....
Si chiama Baby K, ovviamente è uno pseudonimo, ma è una delle più programmate (a livello radiofonico) e mi capita spesso di ascoltarla.
“Zero a cento”, interessante come concetto!
Identikit
Ho sentito molti commenti su questa A110 che, dopo aver scritto la storia dei rally negli anni ’60-’70, torna a far parlare di sè.
In modo particolare, ho letto molte considerazioni sulle sue somiglianze con altre blasonate sportive (Porsche, Audi).
Stronzate!
Questa Alpine ha un’unica paternità, ossia la sua progenitrice. Punto.
E i designer francesi devo dire hanno fatto un ottimo lavoro nel “svecchiare” (senza alterarne la bellezza) le sue forme.
Dimensioni aumentate a fronte di una migliore abitabilità (vi siete mai calati all’interno dell’originale?) e una firma ottica che mi fa letteralmente impazzire, oltre che una filosofia meccanica completamente diversa (motore centrale trasversale, mentre nella sua antenata era un boxer a sbalzo).
Renault Sport
La parentela con il marchio Renault rimane, anche se il brand viaggia su canali (e concessionarie) indipendenti, visto che il motore è il 1.8 turbo da 252 CV della Megane R.S. che, con diversa potenza, tiene la A110 al riparo dal balzello del superbollo.
Unito al peso piuma di 1.103 Kg, poi, garantisce un’accelerazione di tutto rispetto e prestazioni di buon livello, soprattutto se la volete usare anche come prima vettura (grazie alle buone autonomie di esercizio) e non solo come auto da w.e.
Questo lo dico perché, a differenza di quello che succede nella 4C o nella Lotus, qui non ti pare mai di dover rinunciare a qualcosa, per poterti divertire.
Ci piace!
Ma ora concentriamoci sul tasto di accensione della due posti (“secchi, secchissimi”) d’oltralpe, che (confesso) era da un po’ che non vedevo l’ora di provare;
il tasto “start” non è esattamente dove vi aspettereste di trovarlo o - magari – solo dove la scuola di Maranello ci ha insegnato a cercarlo, ma esattamente in mezzo alla consolle, di un bel rosso vivace, sopra i due pulsanti per l’azionamento dei cristalli elettrici.
Questa scelta, se subito disorienta, poi esprime carattere e indipendenza e quindi...
Ci piace!
Quello (sempre rosso) sul volante in basso a destra, allora, a cosa serve?
A cambiare le modalità di guida e inserire quella “Sport”, che userete tantissimo:
con lei lo sterzo è più pronto e consistente, l’acceleratore migliora nella sua risposta e il cambio diventa più rapido (nella comprensione delle marce che volete vadano inserite), anche se non usate i paddle.
In “Track”, invece (che si ottiene premendolo a lungo con il cambio in posizione D o M) la modalità manuale diventa obbligatoria e sblocca ulteriormente il controllo di stabilità.
Inutile aggiungere che anche quel bel terminale di scarico sportivo attivo, di forma triangolare al centro del diffusore, emette gorgoglii e sbuffi degni di una vera supercar!
Anzi, in rilascio è una vera goduria!
FUN!
Perché l’Alpine da molte soddisfazioni alla guida ed il controllo di trazione e quello di stabilità sono eccellentemente tarati e intervengono solo se ti trovi veramente in difficoltà.
Quindi, quasi mai.
Poi l'egregio bilanciamento, i freni consistenti, lo sterzo preciso, il buon dialogo tra avantreno e retrotreno fanno il resto. E, seduti bassi, con la posizione di guida onesta e le palette fisse (di ottima fattura e ben posizionate) del cambio a doppia frizione (DCT) Getrag (sette rapporti, forse l'unica scelta – giusta - che non è l'opzione più leggera possibile), su una strada piena di curve siete portati a pensare ad una cosa sola:
divertimento!
Anche su ghiaccio, ospiti della Ice Rosa Ring di Alagna, devo dire che le dimensioni compatte della sportiva francese ci hanno aiutato molto e permesso (una volta staccati tutti i controlli) di domarla senza grossi problemi e uscire dalle curve in eleganti controsterzi lungo tutto il suo tortuoso tracciato.
All’interno...
La consolle di comando è sospesa; oltre ad essere un’accattivante opera di design, elegante e tech, crea anche un utile spazio per riporre il cellulare.
Fatene buon uso perché, ahimè, i posti dove poter stivare “qualcosa”, in abitacolo, non abbondano.
Uno spazietto, ma giusto quello, per riporre dei documenti lo trovate anche dietro i sedili monoscocca Sabelt fissi di serie che, oltre ad avere un peso di soli 13.1 kg (metà di quella dei Recaro della Megane RS, per capirci) sono anche bellissimi e (tutto sommato) comodi.
Il volante, oltre al servosterzo (so che vi farà sorridere questa mia precisazione) nasconde il logo della “A” di Alpine (optional a 85 euro, questo magari si poteva risparmiare!) che, così stilizzato, fa molto “Avengers” e vi fa avvertire (da subito) quella sensazione di essere dei supereroi.
Dal punto di vista della progettazione, l’abitacolo è attraente come potrebbe esserlo quello di una Cayman, una TT o una F-Type (nelle loro versioni d’accesso) che, a mio parere, sono le vere concorrenti.
Ovviamente (se partite dalla versione "Pure") bisogna opzionare molte cose e il prezzo lievita: sistema di scarico sportivo attivo, sistema di frenata ad alta performance, sensori di parcheggio e telecamera posteriore, sistema audio Focal Premium, gli optional da non perdere...
Il design è incantevole e la qualità dei materiali non è male (soprattutto gli elementi dell'abitacolo in fibra di carbonio satinato, le portiere con pannelli in tinta morbidi e la plancia con le impunture sprigionano personalità e qualità) anche se qualche piccola (e perdonabile) caduta di stile c’è, ma è ottimamente mascherata.
DIGITAL
Il quadro strumenti digitale è, secondo me, il vero pezzo forte.
È in grado di cambiare aspetto e colore a seconda delle modalità di guida selezionate ed ha una serie di animazioni, molto d’effetto (sia all’atto dell’accensione, che dello spegnimento della vettura) che piaceranno molto anche ai più giovani.
Lo schermo touch screen da 7”, al centro della consolle, è invece più minimale. E questo nonostante abbia ben dieci schermate dedicate di telemetria (305 euro) che danno l’idea, tramite grafici e rilevatori di facile comprensione, di quale sia lo stato della vettura e di quanto state andando veloce, degne di un’auto da rally. Ma la resa grafica non è così pregevole e la dinamica di apertura e chiusura dei menù (incluso il navigatore) di difficile comprensione, attraverso la pressione del simbolo “+”.
E una volta a destinazione?
Un po’ come quando vi ritroverete (senza aver avuto alcun suggerimento) la prima volta a dover inserire la posizione di “Parcheggio” (P).
Come fare, visto che il tasto non c’è?
Vi evito di impazzire e ve lo dico:
dovete premere, e tenere premuto per un po’, il tasto “N” fino a quando la spia integrata (solitamente bianca) non diventerà rossa e non apparirà, sul quadro della strumentazione, la scritta “P” di parcheggio.
Ora è facile, lo so, ma provate ad arrivarci senza che nessuno ve lo dica!
Lascio a voi il compito di scoprire come metterla in “Manuale” (M), mica posso dirvi tutto...
Al distributore, nella sistemazione strategica di fianco alla colonnina, potranno tentare di ostacolarvi solo i “Porschisti” con cui condividerete anche un doppio bagagliaio (anteriore da 100 litri e posteriore da 96 litri). Bisognerà solo convincere la fidanzata a fare un minimo di selezione sulle cose da portarsi dietro.
Quindi?
L’Alpine è nata bene, anzi, benissimo e può prevedere interessanti sviluppi, come un differenziale meccanico, delle sospensioni adattive e qualche cavallo in più.
È un'auto sportiva, eccitante ma mai minacciosa, che dimostra come sia possibile invertire la tendenza all’eccesso delle supercar, fatta di cerchi sempre più grandi, freni sempre più grandi, più potenza e più peso.
Certo, forse per qualcuno (che magari ricorda ancora quella famosa testata di Zidane nella finale dei Mondiali nel 2006) non indossa il badge con la bandiera giusta (e il fatto che il tricolore francese sia in bella mostra in più parti, anche dove non ti aspetti, magari non aiuta) ma sappiate che c’è anche un po’ di Italia nella sua progettazione e io la metterei, molto volentieri, nel mio garage.
Difficile dire se questo la rende migliore o peggiore di una Cayman (dipende dalle tue priorità) ma, sicuramente, è una due posti molto convincente!
Ecco perché quando la riconsegno, accompagnato (ancora una volta) da una canzone alla radio, ho un filo di tristezza.
Si, Baby K, questa volta hai ragione tu:
“È tutta la vita che aspettavo solo
Solo te, solo te”...
I don't Like
Quell’odioso comando-satellite del volume e delle stazioni radio che, oltre ad essere nascosto dai paddle, se siete alti finirete spesso per urtare con il vostro ginocchio. Levatelo, vi prego!Lifers Cool
Se a Ginevra ha rischiato di diventare (anche) auto dell’anno (fermandosi, ahimè, solo al secondo posto) è chiaro che questa Alpine è qualcosa di molto diverso e, forse, il miglior esempio al mondo dell'approccio che dovrà tenere (in futuro) l'ingegneria automobilistica nei confronti delle sportive alla portata di tutti.VIDEO
Se avete tra le mani una piccola compatta di nome Alpine e una pista ghiaccio...
Beh, questo è il minimo che vi può succedere:
divertimento allo stato puro!
Anche tu hai un'auto che ci vorresti far provare?
(riservato a concessionari e proprietari di auto particolari)
RINGRAZIAMENTI SPECIALI
Ott.ssa Giorgia Solarino (Renault Italia S.p.A), Gianluca Quaderno e Silvano Carmellino per averci ospitao sul circuito della ICE ROSA RING di Riva Valdobbia.
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