VaneBlond: innovazione e coraggio… di Lifers Style!
La Ferrari F430 è stata presentata nel 2004 al Motor Show di Parigi e segna l’avvio di una nuova generazione di modelli con motore V8 della casa di Maranello. Questa berlinetta sportiva prende sostanzialmente il posto della 360 Modena e circa 5 anni dopo la sua presentazione verrà sostituita dalla Ferrari 458. Questa nuova vettura Ferrari porta con sé delle innovazioni, certamente introdotte grazie all’esperienza accumulata della Scuderia di Formula 1 negli anni.
E proprio in tema di esperienza e innovazione, vi presentiamo la vera protagonista di questa puntata: Vanessa, conosciuta anche come Vaneblond (nickname del suo profilo Instagram).
Vanessa è una bionda dentro e ha un sorriso che contagia. È da sempre appassionata di auto e infatti sin da quando era adolescente frequenta i raduni automobilistici che si svolgono in Piemonte e dintorni. Vanessa da quando ha 5 anni soffre di obesità patologica e il suo sogno, sin da piccola, è quello di poter indossare un abito lungo elegante sentendosi bene, sentendosi una principessa in pace con se stessa.
Questo accadrà nel 2016, grazie a un’operazione a cui decide si sottoporsi a seguito di tanti anni di diete, sforzi fisici e psicologici.
Il binomio donna e bionda normalmente fa subito riferimento a personalità frivole e superficiali, ma Vanessa è in assoluto l’esempio di come i pregiudizi siano insiti in noi e di quanto in realtà questi siano semplicemente insignificanti.
Vaneblond per questo appuntamento ha deciso di raccontarci la sua vita e di mostrarsi, come fa sempre sui suoi social, con abbigliamento molto caratteristico e impattante, scardinando i tabù della moda che ci bombarda di modelli che nel lungo periodo possono essere nocivi per la salute mentale delle nuove generazioni. La nostra protagonista ha deciso infatti di indossare un jeans a sigaretta, con una camicia bianca e un tacco decolté color nude. Un abbinamento dai colori classici e semplice ma al tempo stesso elegante e di carattere, proprio come Vaneblond.
Oggi i jeans sono tra i capi più utilizzati e soprattutto godono di una versatilità infinita poiché, in base al lavaggio o al fit, possono essere indossati in qualsiasi occasione. La storia del jeans però non nasce con questo intento, anzi, il tipo di tessuto con il quale vengono creati questi pantaloni era inizialmente utilizzato per fare sacchi per vele, teloni da copertura o robusti pantaloni da marinaio, originario della città ligure di Genova. La svolta si ebbe nella metà del 1800, quando il bavarese Levi Strauss (appena approdato a San Francisco) si rende conto dell’enorme richiesta di abiti da lavoro da parte di minatori e pionieri e dunque con questo tessuto, il fustagno genovese, comincia a creare pantaloni e salopette che potessero soddisfare la richiesta dei lavoratori. Una volta esaurita la stoffa genovese Levi Strauss comincia a utilizzare il demin, ancora in uso oggi. Venne poi sviluppata una miglioria, ovvero l’applicazione dei rivetti di rame che fissassero le tasche e dopo questa svolta, il 20 maggio 1873, grazie al brevetto, erano ufficialmente nati i blue jeans che oggi noi tutti conosciamo e indossiamo quotidianamente, grazie alla diffusione in tutte le classi sociali avvenuta intorno agli anni ’50.
Il jeans negli anni ’70 subisce un cambio di rotta, dopo l’era dei teddy boy, degli hippie e dei beatnick, ecco che i modelli diventano man mano sempre più aderenti, mostrando provocatoriamente sempre di più le forme femminili. In Italia diventano subito simbolo della moda giovanile, sebbene non tutti avevano a disposizione le lire per poterli comprare. Ma il boom è inarrestabile e nei guardaroba i jeans, insieme alle magliette di cotone e alle giacche di pelle, dilagano. Il richiamo al biker bello è dannato sconvolge i canoni di un paese a forte presenza cattolica come l’Italia e infatti la battaglia contro i jeans si fa subito viva, a tal punto che i jeans vengono proibiti nelle scuole.
Pier Paolo Pasolini disse: “quella del Vaticano contro i jeans era una battaglia persa in partenza”, poiché i jeans smisero di essere la bandiera della gioventù ribelle e diventando invece simbolo di libertà. Persino stilisti del calibro di Yves Saint Laurent e Giorgio Armani ne tessero le lodi, definendoli come pantaloni casual fashion.
Anche Vanessa, o meglio “VaneBlond”, è molto fiera del suo percorso e ha deciso di dare una mano alle persone che si trovano in difficoltà mettendosi in gioco in prima persona, raccontandosi, anche nei momenti più scomodi e mostrandosi anche quando non si sentiva bene con il suo corpo. Lo scoprirete con la seconda puntata del Lifers Style a lei dedicata!
Commenti recenti