RS Q e-tron E2: l’evoluzione dell’innovativo prototipo elettrico
Ci risiamo.
Audi stupisce ancora e presenta l’evoluzione del prototipo Dakar che lo scorso anno ha fatto a pezzi ogni nostra certezza sulle elettriche.
E’ l’evoluzione del prototipo, denominato RS Q e-tron E2.
Lo stile della carrozzeria è stato decisamente snellito e affusolato, con la cabina di pilotaggio che mantiene la forma fluida ma che questa volta viene attraversata da dei taglienti passaruota ridotti all’osso.
La meccanica è lasciata piuttosto scoperta creando dei giochi di geometrie davvero notevoli.
Si nota ad esempio come siano state completamente ridisegnate le cover delle ruote di scorta, ora più facili da gestire e decisamente meno ingombranti.
E’ stata migliorata l’aerodinamica per ottenere un cx inferiore del 15%.
Già dal primo impatto si rimane sconcertati ma più la si guarda più si capisce che è un’altra macchina, totalmente nuova.
Le linee di cofano e parafanghi della RS Q e-tron E2 contribuiscono a creare nuovi effetti aerodinamici.
La velocità massima della categoria è limitata ai 170 km/h, già alla portata del primo prototipo, quindi la parola d’ordine in questo caso è semplice: efficienza.
Per quanto riguarda il propulsore sono confermate le tre unità elettriche. Due sugli assali per la trazione e una terza unità come generatore per la ricarica della batteria.
Infine il range extender: un quattro cilindri TFSI turbo a iniezione diretta derivato dal DTM.
La batteria, che pesa circa 370 kg e ha una capacità di 50 kWh, viene ricaricata durante la marcia grazie all’azione del motore termico. La casa dei quattro anelli, al fine di affinare il comportamento della vettura in quelle condizioni estreme (fondi con un grip estremamente ridotto) dove la vettura erogava un’eccessiva potenza, ha affinato la gestione dell’energia installando due limitatori di potenza, uno per ciascun motore elettrico (la soglia viene determinata dal software).
Anche i cerchi della RS Q e-tron E2 sono stati ridisegnati per migliorare l’efficienza termica e la facilità di gestione da parte dei piloti in caso di cambio gomme.
Insomma, l’unica certezza che non è cambiata è la voglia di Audi di conquistare anche il deserto, con una determinazione e una tecnologia davvero senza eguali.
Ah, un’ultima cosa: la formazione di piloti che non è cambiata.
Sainz, Peterhansel, Ekström.
Serve aggiungere altro?
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