L’RK Spyder di Maria Paola Stola, nella seconda di Lifers Style
Per questo secondo appuntamento Lifers Style abbiamo due protagoniste potenti e energiche: la prima è Maria Paola Stola, che avete già conosciuto nel nostro primo episodio, mentre la seconda è una fuoriserie bianca, sportiva, elegante e grintosa:
la RUF RK Spyder realizzata da STUDIOTORINO, auto premiata al concorso “l’Automobile più Bella del Mondo”, nel 2006. La RK Spyder è una vettura unica nel suo genere, essenziale e per nulla esagerata e appariscente, è stata realizzata inizialmente in soli quattro prototipi e Maria Paola Stola (che nel progetto si è occupata di tutta la parte delle finiture interne e dei colori della carrozzeria) ha deciso di mostrarsi insieme a lei in vero stile racing, sfoggiando una tuta da corsa appositamente creata per la presentazione di quest’auto al Museo dell’automobile di Torino nel 2005.
Le tute da racing sono un aspetto particolarmente rilevante dell’equipaggiamento dei piloti, poiché sono realizzate con materiali ignifughi, ovvero resistenti ad alte temperature e dunque sicuri in caso di incidenti. Oggi le tute sono realizzate con materiali quali il Kevlar, le fibre di carbonio o il diffusissimo Nomex, che chimicamente è considerato nylon aromatico, resistente alle fiamme e sviluppato negli anni ’60 dall’azienda americana DuPont.
L’importanza di materiali come questo è essenziale durante le giornate in pista sia per gli amatori sia per i professionisti, basti pensare all’incidente che ha visto coinvolto l’allora pilota di F1 Romain Grosjean in Bahrain nel 2020 il quale, dopo 28 interminabili secondi in mezzo alle fiamme, è uscito quasi indenne da un incidente spaventoso che, qualche anno prima, avrebbe sicuramente avuto conseguenze molto più gravi.
Maria Paola in questo progetto si è occupata di tutte le finiture e i dettagli.
Per i sedili interni della RK Spyder è stata realizzata una collaborazione con POLTRONAFRAU che ha testato per la prima volta dei pellami molto pregiati, ma al tempo stesso molto particolari, in grado di non scaldarsi al sole e quindi di non far “scottare” pilota e passeggero quando ci si sedeva all’interno. Questo è stato il primo prototipo a montare sedili appositamente creati per auto scoperte; questa fuoriserie con meccanica RUF è priva di capotte e, pertanto, i pellami non dovevano avere solo una rilevanza estetica ma anche pratica.
Ogni creazione di STUDIOTORINO è un centro di ricerca che si sofferma sullo studio dei dettagli e nel soddisfare le richieste dei clienti. In tema di personalizzazioni possiamo quindi notare come, anche nell’outfit della tuta di Maria Paola, il dettaglio creato all’epoca dall’azienda Toora sulla cintura sia stato studiato appositamente per questo progetto. Oltre alle tute sono state realizzate anche delle scarpe, sempre in tema corse. Pure queste hanno dovuto rispettare delle specifiche tecniche come, ad esempio, la suola che in grado di resistere all’eventuale combustione di carburante; inoltre devono coprire interamente il piede e anche la caviglia e infine devono essere quanto più possibile sottili e poco ingombranti, così da permettere una migliore presa sui pedali.
Infine una curiosità. A ridosso della presentazione Maria Paola Stola comprò una sciarpa di Armani a scacchi che rievocava proprio la bandiera che si sventola alla fine delle gare. Decise quindi di creare degli orsetti (come gadget) che indossavano la tuta da corsa ed effettuò, con dei pezzi del foulard, delle striscioline di tessuto che si trasformarono in loro piccoli foulard. Da quel momento il foulard di Armani, anche se con del prezioso tessuto in meno, è diventato un accessorio insostituibile per Maria Paola, che lo porta con sé in tutti gli eventi automobilistici a cui presenzia. Una sorta di scaramantico portafortuna.
La romantica storia del foulard ha però avuto un breve incidente di percorso quando, assistendo a una Millemiglia, Maria Paola si trova sopra Maranello e si accorge di non avere più con sé l’amata sciarpa. Panico. Ma l’indomani, ripercorrendo il tragitto fatto il giorno prima, la ritrova in un fosso. Insomma: una storia che resiste nonostante gli imprevisti.
Anche per questa settimana il nostro appuntamento termina qui, ma vi ricordiamo che se siete donne che lavorano nel mondo automotive e volete mettervi in gioco per raccontarci la vostra storia e outfit, potete scriverci all’indirizzo info@lifersblog.com.
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