Nardone Automotive e la reinterpretazione della Porsche 928
Credo che scrivere un romanzo, quando sono già state lette molte (e accattivanti) storie sullo stesso tema, non sia per nulla facile. Pare che della Porsche 928 siano state prodotte 60.000 unità in 17 anni; poche, tante, sta a voi stabilirlo. E, anche sul mercato dell’usato, a meno che non cerchiate quella guidata da Tom Cruise nel film Risky Business del 1983, valgono relativamente poco.
Una cosa è sicura, non aveva convinto (nemmeno) troppo la dirigenza di Zuffenhausen, se a nessuno è passato per la testa (in questi anni) di prendersi il “problema” di riproporla, in un momento storico in cui guardare al passato (in campo automotive) è quasi obbligatorio.
Così ha deciso di farlo una persona che, lavorativamente parlando, stimo molto.
Mi riferisco al designer Carlo Borromeo che, prima di iniziare la sua opera, su Instagram la rivela in una sorta di confessione: “Le Porsche non mi interessano molto“.
E poi aggiunge: “E quando Thierry (Nardone) ci ha chiesto di progettare un restmood della 928, all’inizio ho avuto paura, mi sono sentito un estraneo“.
Non trovate che affermarlo sia stato un nobile gesto?
Del resto è stato necessario (oltre che per me, anche per molti di voi) avere una persona, di fiducia, che ci abbia piazzato un giorno su una Porsche. C’è l’abbia fatta guidare e ci abbia fatto capire come sia un’opera di design e ingegneria eccezionale, distraendoci (per un attimo) da quel nazionalismo che ci fa (giustamente) fin da bambini guardare sempre alle auto Italiane, reputandole le migliori.
Mi piace anche che Carlo (lo Studio BorromeodeSilva e, soprattutto, la francese Nardone Automotive) abbiano fatto la magia di non toccare una 911 (troppo scontato e/o troppi che già lo fanno, nel mondo, più o meno bene) ma abbiano preso in considerazione “un’auto eccentrica, speciale, con così tanta personalità“, come la 928, da permettere al team di re interpretarla in modo unico e significativo, trasformandola in una GT su misura e moderna.
E come spesso capita, quando c’è Carlo dietro ad un progetto (vi ricordate la Futurista, di Automobili Amos, vero?), questo viene sempre portato avanti preservando (in modo rispettoso) gran parte del design della fonte d’ispirazione. A dimostrazione, la 928 by Nardone Automotive ha una carrozzeria ultrapulita, quasi interamente realizzata in fibra di carbonio, con “saggi riferimenti ad un altra auto poco apprezzata come la 924 Carrera GT” (dice Eugenio Amos), con le luci posteriori e anteriori (che, io, adoro) aggiornate e i paraurti rivisti.
Gli aggiornamenti toccano anche il V8 aspirato, per produrre 400 CV con una moderna ECU.
Il cambio, manuale, arriva a sei marce e sono stati montati un differenziale a slittamento limitato e delle sospensioni elettroniche attive, oltre che dei freni maggiorati e un servosterzo elettrico adattivo, per far si che questa 928 curvi come ci si aspetterebbe da una Porsche attuale.
All’interno, pelle Foglizzo e Alcantara, un nuovo quadro strumenti e una console centrale che incorpora il sistema PCCM di Porsche, con Apple CarPlay e un lussuoso sistema Hi-Fi.
Sembra riduttivo, detto così, ma il risultato finale (dopo due anni di lavoro e la magia di Marco Biancullo, giovane ed estroso stilista) è fantastico.
La guideremo nel 2024 ma, intanto, sono sicuro che incanterà gli spettatori del Goodwood Festival of Speed, dal 23 al 26 giugno. Scommettiamo?
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