Maria Leitner
Nella vita, a volte, capitano situazioni che non ti aspetti; in redazione si era deciso di scrivere, per l’8 Marzo, un pezzo riguardante il connubio tra donne e mondo dei motori e si era pensato di parlare (incredibilmente di comune accordo) di una giornalista che da anni conduce, attivamente, ovvero partecipando in prima persona alla guida delle vetture che vengono di volta in volta presentate, una trasmissione di successo che si chiama “TG2 Motori“.
Poi tutti insieme si va a Ginevra, alle giornate stampa del Salone dell’Auto che sono un via vai continuo di gente, fotografi, cameraman e succede che incontri proprio Lei, la protagonista del tuo articolo, ossia Maria Leitner!
A quel punto, allora, invece di scrivere solo un pezzo, beh, puoi addirittura intervistarla !
Combinazione? Destino? Non lo so, ma sicuramente non potevo lasciarmi sfuggire un’occasione simile. Maria è esattamente come la vediamo in TV: molto femminile, pur appartenendo ad un mondo che generalmente è molto maschile, molto garbata e dolce, pur lasciando intravvedere, ad uno sguardo più attento, un carattere d’acciaio.
Onestamente vi devo dire che la seguo da sempre, perché mi piace il suo modo di condurre la trasmissione; mi piace il fatto che sia una donna preparata, e non solo affascinante, che su motori e automobili può tranquillamente dire la sua:
Da quando e perchè questa passione per i motori?
La passione per i motori mi è venuta da piccola, non amavo i giochi per bambine e soprattutto quando avevo 13 anni guardavo mia madre che saliva in macchina e andava dove voleva. Mi piaceva molto questo senso di libertà . Poi c’ era un rally molto importante che si svolgeva vicino a casa a Pordenone in Friuli e li mi appassionai alle corse, andavo a seguirlo con amici e conobbi team manager , meccanici ingegneri e piloti.
Tu sei stata la prima giornalista in Italia a condurre una trasmissione sulla FORMULA 1. Cosa vuol dire per una donna lavorare e farsi accettare in un settore da sempre predominio degli uomini?
Vuol dire innanzi tutto essere convinti e sicuri di quello che fai, non lasciarsi condizionare dalle malelingue , lavorare bene e seriamente senza cercare scorciatoie. E’ più difficile e ci si impiega più tempo però il risultato poi si vede.
Se ti dico il detto: “donne e motori…. gioie e”… Come lo completeresti?
Non è una frase che mi piace molto, non l’ho mai riconosciuta e forse neanche capita per cui sinceramente non saprei come completarla.
In quale settore dell’auto le donne, in relazione alla tua esperienza, trovi possano dare l’apporto migliore ?
Le donne possono stare in tutti i settori in generale se veramente hanno la passione e si impegnano. Ci sono ottimi ingegneri donne, donne manager e organizzatrici nel campo anche delle corse, formula uno compresa, forse fanno un po’ più di fatica come piloti perché c’è una differente resistenza fisica.
Ci siamo incontrate al Salone dell’auto di Ginevra. Secondo te in un mondo che viaggia ormai sul web, dove tutto è possibile nel giro di pochi secondi, ha ancora senso organizzare eventi di questo tipo?
Ha ancora senso organizzare i saloni perché c’è un confronto diretto tra le case ed è un’ottima opportunità per incontrare tutti i leader del mondo dell’auto.
C’è una vettura, un’esperienza, al volante che ricordi con piacere e curiosità e ci vuoi raccontare?
La vittoria su Lancia 037 al rally di Monza con Marco Brandt e io ero il suo copilota nel 1988. E poi la partecipazione che feci, sempre come copilota, al rally dei faraoni su una Suzuky maraton, era la preparazione alla Parigi Dakar.
Un optional irrinunciabile sulla tua auto?
Optional utili secondo me sono i sensori di parcheggio e la telecamera posteriore.
Ultima domanda: che cosa ti auguri per le donne nel giorno della nostra festa ?
Mi auguro che le donne abbiano gli stessi trattamenti, sul lavoro, degli uomini e soprattutto mi auguro che sia uomini sia le donne capiscano che siamo entrambi complementari, non rivali. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Se si capisse questo forse ci sarebbero meno problemi.
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