Lancia Delta Futurista: contro un mondo dell’auto “troppo superficiale“.
Quanto volte, parlando con appassionati dei rally (che poi, lo sapevate letteralmente, dall’inglese, significa “raduno”?) ci si trova a parlare del Marchio Lancia?
Quante volte, parlando con piccole scuderie che utilizzando vetture da competizione derivate da modelli stradali, vi hanno confessato il desiderio di possedere il mito integrale, attraverso un modello iconico come la Lancia Delta.
Insomma, nel Lifersblog ci capita spesso di parlare di Singer (il cui fondatore pare sia proprio uno dei primi clienti) e, finalmente, trovare anche in Italia qualcuno che abbia intrapreso questa complicata e (se volete) pericolosa operazione di “restomod” (che, per noi, è un’attenta e minuziosa operazione di modernizzazione e restauro e non modifiche profonde e spesso anacronistiche) sul Deltone originale (quindi marchiato Lancia) variandone la tecnica e innalzandole ulteriormente le prestazioni, ci sembra un bel modo per riportare alla ribalta (se c’è ne fosse bisogno) un modello italiano iconico come l’Integrale.
È da molto che, giornalmente, passo a dare un’occhiata al profilo Instagram di Automobili Amos, quello dalla doppia “AA”. Almeno da quando, in tempi non sospetti, l’amico Gabriele (Morosini) aveva solleticato la mia fantasia parlandomi di un grande ritorno e, poi, Carlo (Borromeo) mi aveva confermato che valeva la pena aspettare. Per non parlare poi dell’entusiasmo dimostrato da uno dei primi fans, Alessandro Roja o, addirittura, dai primi clienti come Kris Singh (alias Lamborghiniks) che, a quanto pare, è già pronto per condividere quella che sarà la realizzazione della sua numero 02, di cui (sono sicuro) scopriremo presto il “nome”.
Perché il suo creatore Eugenio Amos, pilota e collezionista d’auto italiano, ha deciso che ognuna delle 21 vetture non sarà numerata ma verrà battezzata con un nome e, ovviamente, ha puntato sul Made in Italy (coinvolgendo anche fornitori originali) per creare il suo nuovo gioiello. Ed ecco che entra in gioco lo studio di design milanese BorromeodeSilva e l’ingegnerizzazione e la produzione dei modelli affidata alla torinese (e di questo, sapete, noi siamo sempre fieri) Podium Advanced Technologies che, tra l’altro, ha realizzato anche la P4/5 Competizione della Scuderia Cameron Glickenhaus.
I numeri?
Eccoli qua: 1250 kg, 330 CV (da omologare), intorno ai 300.000 Euro il prezzo (auto donatrice inclusa);
ma per raccontarla, credo, come molti altri, sia sufficiente guardare le foto e leggere le parole scritte dallo stesso Eugenio sul suo profilo:
“È la mia visione romantica in un mondo troppo asettico, troppo veloce, che corre superficiale ed intangibile come il vento… A me manca un mondo, forse idealizzato, in cui c’erano l’uomo, i valori e la sostanza al centro del prodotto. Quindi la mia auto è pura, analogica, grezza ed essenziale.”
La base di partenza è una Lancia Delta Integrale del 1989 e poi si parla di affinamento, alleggerimento, irrobustimento, nella reinterpretazione di un classico eterno dove, pare, l’unico tocco tecnologico saranno degli ammortizzatori Bilstein a controllo elettronico regolabili tramite un’App. Il suo quattro cilindri Turbo, invece, sarà aggiornato con nuove componenti moderne (questo permetterà un incremento delle prestazioni), mentre il corpo vettura si alleggerirà con l’adozione di nuovi pannelli in acciaio e molte componenti in fibra di carbonio:paraurti, calandra, parafanghi anteriori, alettone sul lunotto, estrattore di coda, minigonne e cofano anteriore.
Tutte questi interventi affinano (dire “migliorano”, anche se lo pensiamo, risulterebbe una mancanza di rispetto all’originale) il design del modello, un po’ come la nuova apertura del portellone, con barra di rinforzo, che ci piace molto.
Anche le portiere dietro vengono saldate alla scocca (in pratica, ora, è una 3 porte) e il pannello è realizzato d’alluminio battuto a mano, per aggiungere un ulteriore tocco d’artigianalità italiana e rendere ancora più unico ogni esemplare. Il roll bar, integrato, è nascosto sopra i sedili posteriori. Anche all’interno ci sono componenti tutte nuove e moderne che si alternano a quelle originali (design S4), a partire dai tasti e comandi (alcuni con dei simboli molto “simpatici”, come il razzo – per accenderla – e lo slogan “levati” sugli abbaglianti) per arrivare alle finiture in carbonio, alla pelle ed Alcantara® e alle nuove forme dei sedili Recaro, dei pannelli porta e del tunnel centrale.
Credo che lo stile, il sapore ed il fascino di una classic car Italiana (ma che arriva da una generazione anni ’80) siano rimasti, abbinati alle caratteristiche di una vettura moderna in termini di comfort, prestazioni ed usabilità quotidiana, che l’hanno trasformata in “un passato futuro” (usando sempre le parole di Eugenio) che ci piace molto. Ammirazione o indignazione, beh, noi non vediamo l’ora di poterla provare!
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