Jewelry: leggendarie auto del passato, su misura
A volte le cose accadono per caso. E, sempre per caso, possono rivelare splendide sorprese.
Ultimamente mi è capitato molto spesso di vedere (con gli occhi di un bambino felice) la New Stratos (presto scoprirete anche il perché). Così, in una delle mie frequenti visite nella boutique di M.A.T. (mai definizione mi è parsa più azzeccata) ho intravisto l’embrione di una vettura ancora non ben definita, che mi ha subito fatto pensare ad un ritorno alle origini dell’arte automobilistica.
Così mi sono incuriosito, ho prestato sempre più attenzione ai particolari presenti e, dopo un po’ di estasiata contemplazione… Ho chiesto!
Riccardo (Garella, con cui condivido una passione viscerale per l’automobile) a sua volta ha risposto, ed ha iniziato a rivelarmi alcuni particolari su questo nuovo progetto, questa nuova linea di M.A.T. denominata “Jewelry”. La volontà è quella di tornare alle origini dell’arte automobilistica, realizzando veicoli fatti a mano che prendono ispirazione da leggendarie auto del passato, attraverso un processo completamente su misura che si articola in tre fasi: Design&Research, Engineering e Craftsmanship.
Ovviamente non mi ci è voluto molto a capire che il primo “gioiello” (“Jewelry”) era (ed è) ispirata dalla tradizione e dall’artigianalità dei Carrozzieri italiani, unici nella creazione di forme incredibili.
Come è stato quasi immediato scoprire che (dapprima sussurrandolo, e poi confermandolo in modo sempre più convinto) la vettura prescelta, quella da cui “trarre aspirazione” (e questa affermazione mi piace, perché denota modestia e rispetto, da parte di chi la realizza) fosse l‘iconica Alfa Romeo 33 Stradale, disegnata nel ’67 da Franco Scaglione.
Così ho iniziato a frequentare, ogni volta che potevo, M.A.T. per vedere gli stati di avanzamento di questa “one-off Jewelry”. Ve lo confesso. A volte ho giocato (con me stesso) pensando potesse essere mia e ho valutato (quasi sempre condividendo) le scelte fatte dal committente, durante i vari processi portati avanti durante la sua realizzazione.
Non deve essere stato un compito semplice, trasmettere le emozioni che un’auto del genere può suscitare. Nonostante ciò, le persone che hanno lavorato attorno al progetto sono state in grado di catturarne l’essenza e riportare il suo spirito leggendario in una forma nuova, classica ma, allo stesso tempo, moderna.
Ogni singolo componente è stato costruito e assemblato a mano, con cura e attenzione maniacale ai dettagli e, ogni singolo pannello metallico, è stato plasmato secondo il “modo di fare le cose del secolo scorso” dagli artigiani di M.A.T. , che restano fedeli allo spirito originario delle “carrozzerie” Torinesi, Modellare secondo moderne tecnologie, senza offuscare l’essenza dell’auto. E questa è un’altra cosa che mi piace molto.
Certo, qualcuno potrebbe obbiettare che, di queste vetture, se proprio le si desiderano, bisogna possedere un’originale.
E, per certi versi, posso anche essere d’accordo.
Poi, però, dopo un’attenta riflessione, mi sorgono due dubbi che, disturbandomi, mi fanno piacere molto questa iniziativa.
Il primo è che per molte di queste vetture non esiste più (nemmeno) un mercato nel collezionismo, per via dei pochi pezzi rimasti in circolazione. E, badate bene, nel dire questo non mi soffermo nemmeno suo prezzi stratosferici con cui, eventualmente, potrebbero essere proposte.
Il secondo, che i fortunati proprietari dei pezzi unici e introvabili finiscono, unicamente, per adorarli chiusi all’interno di garage protetti o nei consorzi di eleganza, ma portandoceli in bisarche anonime e assicurate con contratti milionari.
Quindi non li usano, ovviamente.
Allora perché negare che non possa essere bello partecipare attivamente alla realizzazione di un proprio sogno attraverso il progetto “Jewelry”, apportargli (magari) delle migliorie tecnologiche (legate soprattutto ad una maggiore affidabilità) e, poi, poterlo usare?
Alla fine, ironia della sorte o altra fortunata casualità, ho avuto la possibilità di vederla finita proprio lo stesso giorno in cui ha potuto ammirarla anche il legittimo proprietario.
Non so se lui abbia una delle 11 Alfa Romeo 33 Stradale nella sua vasta collezione privata.
Forse….
Ma mi chiedo quale sarà l’emozione (dopo aver aperto le portiere “a farfalla” incernierate sul tetto ed essersi calato nell’abitacolo) di poter, finalmente, guidare soddisfatto lungo le strade preferite la sua nuova creazione, sapendo che prende spunto da una delle più belle auto di tutti i tempi!
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