Frangivento Asfanè: ecco, finalmente, chiarito il mistero… Intervista esclusiva!
A Torino, quando piove ed hai bisogno di un po’ di calore, o ti infili in uno dei tanti caffè storici e ci dai dentro con le calorie, oppure (avendo la fortuna di conoscerle) vai a farti un giro in una delle tante realtà, rigorosamente artigianali, legate al mondo dell’automobile. Io, in una fredda giornata di novembre, ho deciso di optare per la seconda soluzione e, dopo aver buttato giù dal letto un febbricitante Giorgio Pirolo, mi ritrovo nel quartier generale di Frangivento by Mancini e in quello che, per un appassionato d’auto, potrebbe rappresentare un buon punto d’inizio per l’ingresso nel “paese delle meraviglie”.
Per capire che qui si preserva l’eccellenza, beh, basta respirare e farsi conquistare da odori, suoni, che sembrano innescare una sfida (all’ultimo sangue) contro la tecnologia dominante che distrugge la manualità e, in parte, anche il concetto più puro di “Made in Italy”. Lo sa bene anche Paolo, al quale si illumina lo sguardo mentre mi mostra le ultime novità, facendo un giro per la sua azienda. Avevo incontrato i ragazzi nel pieno del marasma pre-Salone dell’Auto Torino. Vi ricordate?
Erano in fase verniciatura e stavano lavorando duro per completare il prototipo dell’Asfanè.
Oggi li rivedo e, nuovamente, li ritrovo a scandire il count down di due importanti obiettivi: Motor Show di Bologna (ormai prossimo) e, ad aprile, il Top Marques di Monaco, con la versione più performante della loro Hypercar (SuperSportItalia) che è ad un passo dalla versione definitiva e dalla sua messa su strada, anteprima che avverrà (proprio) al Valentino 2017. Di loro si è letto molto, e cose molto interessanti, ma vediamo di scoprire qualcosa di più su quello che è il loro rapporto:
vi conoscerete da tanto per aver intrapreso un’avventura così stimolante, ma nello stesso tempo complicata, come la creazione di un nuovo Brand automobilistico?
In realtà (risponde Giorgio) noi ci siamo visti la prima volta in occasione del primo Salone dell’Auto di Torino ma, contemporaneamente, un mio ex professore mi ha proposto di partire per la Cina dopo 6 giorni e quindi il tempo per conoscersi, inizialmente, è stato proprio poco.
Insomma, un amore lavorativo interrotto sul nascere, mi pare di capire…
Si, è stata una illusione (parla Paolo) perché ci siamo visti qualche giorno prima della sua partenza, ma poi lui è sparito e il fuso orario, e qualche “involtino primavera” , inizialmente hanno reso difficili le comunicazioni. Poi, però, devo dire che nonostante non ci conoscessimo bene, c’è stata da subito una fiducia reciproca che ha permesso la nascita di una grande amicizia e la costanza di scriversi spesso, tramite WhatsApp, tanto che mi sono fatto pure disegnare – a distanza – una “fat bike” e abbiamo mantenuto vivo il rapporto.
Quando lui è rientrato, dopo 5 mesi, finalmente ci siamo visti con calma.
In realtà, lo interrompe Giorgio, io prima sono andato a fare un po’ di lezioni in un asilo di Serva di Cadore con “i colori inventati”, ossia colori realizzati con elementi naturali, come il rosso (attraverso il vino), il giallo (con il limone), il bianco (con la crema Nivea); colori fatti dai “non colori”, che hanno portato i bambini a disegnare per un mese auto, camion, elicotteri, con una grande partecipazione e entusiasmo contagioso.
Intanto l’idea della collaborazione, tra i due, rimane ma, da un progetto iniziale decisamente più light, si trasforma presto in una telefonata che ipotizza la realizzazione, addirittura, di una supercar… E che riceve come risposta, da Paolo:
“Detto così è figo, ma forse è il caso, Giorgio, che tu mi venga a trovare!“.
Così è andata e quindi un giovedì (il 6 aprile, i ragazzi si ricordano perfettamente anche la data, oltre che il giorno) Pirolo arriva con il suo portatile in Azienda da Mancini per mostrare il suo progetto. La cosa curiosa è che, inizialmente, nel mostrare i bozzetti non trova l’entusiasmo che si aspettava e, preoccupato, si chiede il perché. Non si era accorto (lui che era dietro il monitor del suo PC ad avviare la presentazione) che il proiettore inviava un’immagine sfalsata di quella che sarebbe diventata la prima Frangivento, stretta e quasi “strecchata”.
Beh, certo, l’auto gioca molto nella larghezza, loro la stavano vedendo stretta come un tram, quindi è normale avessero qualche perplessità, sorride Giorgio, quindi non puoi capire quanto mi sono sentito sollevato nel vedere, finalmente, un’espressione di gioia sul viso di Paolo, e dei suoi collaboratori, mostrandogliela poi direttamente dallo schermo del computer, con le giuste proporzioni.
Anche attorno al nome della prima supercar italiana full electric si è molto giocato ma, a parer mio, non si è mai evidenziata quella che è stata la vera motivazione legata a questa scelta. Io la so, e la voglio rivelare anche a voi.
Mi rivolgo a Giorgio e gli chiedo: Quindi non è vero che ti hanno detto molto volte NO, a questo progetto, visto che loro l’hanno subito accettato?
In realtà, visto che ho capito che tu ti riferisci al collegamento con la scelta del nome, le cose sono andate così:
il 7 aprile abbiamo iniziato a pensare, insieme, a chi coinvolgere nella sua costruzione, visto che per noi era fondamentale mantenere un fattore, ossia il “Made in Italy” nella sua realizzazione. Così abbiamo iniziato a contattare un po’ di aziende ed artigiani della filiera (soprattutto verniciatura e fresatura), molte delle quali piemontesi e qui (nonostante fossero aziende consolidate) la risposta era sempre che, se non avevamo fondi europei o grossi produttori alle spalle, la cosa non era fattibile. Così, quando tornavo a casa, un po’ deluso, e raccontavo la cosa a Salvatore (padre e maestro di Paolo) lui cercava di sollevarvi il morale dicendomi:
“Resisti e non preoccuparti troppo, in Piemonte di “as fa nen” (che, in dialetto, significa “non si fa”) ne incontrerai molti”. È questo “as fà nen” mi è entrato talmente nella testa – e lo vedevo così bene come nome per l’auto – che un giorno (quando avevamo sistemato, finalmente, tutti i tasselli mancanti dei fornitori) ho detto: <<cavolo, perché non la chiamiamo proprio così la nostra Hypercar>> . Ovviamente l’ho detto piano, perché ero convinto me lo bocciassero, ed invece è piaciuto a tutti!
Ecco, finalmente, chiarito il mistero del Asfanè che, attraverso il suo nome sottolinea, ed esorcizza, anche uno scoglio che ognuno di noi si trova e troverà sempre ad affrontare (per un motivo o un altro) ogni volta che metterà in piedi un nuovo progetto.
Pensate che l’Asfanè deriva da un’idea che Giorgio aveva avuto già 15 anni prima e che era stata esposta al Salone dell’Auto di Torino (in scala 1:4) e non era finalizzata alla realizzazione di una concept car; però, ancora oggi, risulta così particolare nelle sue forme, soprattutto per chi ama quelle squadrate, che richiamano ad auto iconiche come la Lamborghini Countach (altro nome che, guarda caso, deriva direttamente dal dialetto piemontese).
Pensate che per un attimo, i ragazzi, hanno pure “t-re-mato”. Era il w.e. precedente il salone (un sabato mattina con, finalmente, cielo azzurro e sole dopo una settimana di pioggia ininterrotta) quando ho ricevuto un WhatsApp da Giorgio che mi diceva così: “Auto allagata in verniciatura” e, a seguire, una serie di foto che, devo dirvi, non è bello ricevere a pochi giorni da un evento così importante; ma nonostante l’alluvione abbia colpito Moncalieri (To) dov’era ospitata, il prototipo della “HyperSportItalia” ha letteralmente galleggiato sopra un metro e mezzo d’acqua e si è salvata, grazie anche al tempestivo intervento dei tecnici e costruttori della Factory torinese, per la sua anteprima mondiale dal 3 all’11 dicembre.
Ma cosa succederà al MotorShow di Bologna?
Nel padiglione 22, stand FV Frangivento, rivediamo leggermente il modello di stile dell’Asfanè, con una versione SuperSportItalia che ha un connotato diverso, decisamente più hard, ma di cui non possiamo ancora svelare le performance (mi dice Paolo). Come FV Frangivento, invece, all’interno dello stand A.N.F.I.A. (Associazione Nazionale Filiera Industrie Automobilistiche NDR) siamo ospitati con una scultura di carrozzeria (realizzata con le pelli in alluminio battute, che sono proprio la scocca della Asfanè) in una sorta di work in progress della costruzione del prototipo.
Ci sarà, inoltre, un simpatico gioco (in collaborazione con noi, del Lifersblog) che vi potrà far vincere un premio esclusivo dalla nuova Collezione Frangivento. Quale? Venite a scoprirlo di persona venendoci a trovarci in fiera a Bologna al padiglione 22!
Dopo Bologna, Monaco e il Top Marques, con un altro step, giusto?
Si, desideriamo aprire le porte del prototipo e dare, anche, per la prima volta, la possibilità di accedervi all’interno.
E infine, il Salone dell’Auto di Torino 2017…
Certo, si torna, dopo un anno esatto, con la voglia di presentare la versione viaggiante della SuperSportItalia, che affiancherà quella “light”, che continuerà a rappresentare la versione d’accesso.
La particolarità sarà anche (aggiunge Giorgio) che ogni Salone vedrà esposta un’Asfanè sempre diversa, sia per contenuti, che per la livrea (che sarà “rosso lambrusco” per il MotorShow NDR), proprio per dare risalto al concetto di personalizzazione che, per noi, è molto importante.
Avete già ricevuto degli ordini?
Ci sono stati contatti con gli Emirati (dice Paolo) ma al momento la nostra priorità è di concludere prima la vettura, chiarirci le idee sui suoi contenuti e, poi, ricevere gli acquirenti. Vogliamo dare, a questo brand, un’immagine concreta e quindi, in questo momento, preferiamo aspettare.
Tieni conto, inoltre, (aggiunge Giorgio) che stiamo operando in un mercato che non esiste ancora, sia per lo stile, sia per la tecnologia che verrà inserita sull’auto. Che guarda molto avanti, e presenta molte novità (frecce, fari, scarichi); elementi che sono fuori dai canoni estetici contemporanei e che rappresentano, quasi, la rappresentazione di un momento storico. Guardate le foto dell’Asfanè e soffermatevi sui suoi elementi singoli: potrebbero benissimo essere usati anche come interior design (gli scarichi, ad esempio, potrebbero diventare un vaso) o elementi di industrial design.
Aspetti positivi del Salone dell’Auto Torino?
Molto riscontro da parte delle persone, dice Giorgio, che ha coperto ogni tipo di utenza: dal bambino, alla signora, alla nonna, al giovane, al manager, all’addetto ai lavori, insomma, tutti si sono fermati e hanno dato un loro giudizio stilistico, cosa che è molto importante per un designer.
Negativi?
Forse poca stampa internazionale, dice Paolo, disposta a dare risalto alla novità, rimanendo (secondo noi) troppo concentrata solo sui Marchi consolidati. Questa attività, invece, è stata fatta molto bene dai Blogger e dalle testate minori, come ad esempio anche il Lifersblog, Marchettino, ecc. che hanno parlato della macchina e si sono dimostrati più interessati e, quindi, innovativi.
Per la parte dinamica a chi vi affiderete per i collaudi?
Siamo in trattativa con alcuni piloti professionisti e, in modo particolare, ci siamo molto avvicinati ad Andrea Fontana (giovane promessa di Belluno, classe ’96, detentore del titolo F2 Italian Trophy – NDR) che si è innamorato del nostro prototipo e non aspetta altro di guidarlo. Considerando che partiamo da un CX di 0,32 (che migliorerà con il telaio nuovo) direi che le aspettative aerodinamiche sono molto alte.
Tutte le aziende che collaborano al progetto sono made in Italy?
Certo, per quello che si riesce a fare. Prendiamo l’esempio delle gomme, Pirelli: è un marchio Italiano, ma è ovvio che la proprietà – ora – è cinese; il vero e puro “Made in Italy” purtroppo, è triste dirlo, non si può più fare.
Noi vogliamo pensare che siano realtà italiane, con capitale estero, in grado di offrire esperienze e no-out che provengono direttamente dal nostro paese.
Do un’occhiata all’orologio e mi rendo conto di come, Giorgio e Paolo, abbiano parlato per più di un’ora con me, senza sosta, spinti (solo) dalla sana passione e dall’entusiasmo di descrivermi ogni dettaglio della loro creazione. Siamo in un momento storico di transizione, difficile sapere dove si muoverà la storia dell’auto nel prossimo decennio, ma sono quasi certo che l’Asfanè possa ben rappresentare quello che, anche domani, cercheranno gli automobilisti “appassionati” del futuro. Di certo, quindi, viste tutte le aziende d’eccellenza coinvolte, nascerà qualcosa di grandioso!
Photo by Alessia Loreley Ombrella
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