Il “Drago” Sandro Munari
La TGcup di TopGear è un successo ormai collaudato; ogni tappa offre nuove location e molti sono i Club che vi prendono parte, arrivando da ogni angolo d’Italia; l’appuntamento del Tonale, inoltre, ha dato due grosse opportunità in più: la visione della preview, Michelin, di quello che sarà il film dedicato alla 24 ore di Le Mans e la possibilità di stringere la mano (e scambiare quattro chiacchiere) con l’eccellenza italiana dei rally, ossia il “Drago” Sandro Munari. Anzi… Noi del LifersBlog abbiamo fatto molto di più e grazie agli amici di TopGear ci abbiamo cenato e fatto le ore piccole davanti ad una bottiglia di… Acqua gassata ! (…Come si conviene a dei veri piloti). Con l’amico Ale Ferruta, inoltre, siamo anche riusciti a stupirlo – cosa non facile da fare, vi assicuro – comprando (attraverso uno smart phone, proprio mentre eravamo a tavola con Lui) il suo libro: “Sandro Munari. Una Vita di Traverso“, perché siamo curiosi di conoscere come sono andate a finire alcune vicende di cui ci ha parlato e vogliamo saperne ancora di più, riguardo alle sue innumerevoli vittorie. “Traversi che“, ci terrà a sottolineare più volte:”sono stati fatti senza aver mai toccato il freno a mano“. Il suo nome resta, indissolubilmente, legato ad una casa: la Lancia (Flavia, Fulvia e soprattutto Stratos) e ad una competizione, il Rally di Montecarlo (gradino più alto del podio per ben 4 volte) quando le corse non si vincevano grazie alle strategie e all’elettronica, ma esclusivamente attraverso l’abilità del pilota, che era sottoposto a ritmi di gara durissimi.
La decisione di intraprendere questa carriera grazie alla visione di una tappa della “Millemiglia“, all’etâ di 7 anni, ed un solo rammarico: non aver potuto correre la “24 ore di Le Mans”, quando ormai sembrava cosa fatta. E pensare che all’inizio stava anche dalla parte sbagliata del sedile (ossia quella del navigatore, a legger note), ma il destino sa riconoscere un talento e, di li a poco, proprio grazie al fato ( e ad un’improvviso problema “fisico” del pilota ufficiale) avrebbe abbracciato il “suo” volante (visto che nelle “sue” auto lo faceva modificare di alcuni gradi per essere più vicino al cambio) e non l’avrebbe più lasciato, nemmeno quando una mucca (si, avete letto bene, una mucca) avrebbe deciso di attraversargli la strada, ignorando le strisce pedonali, durante la Targa Florio. Abbiamo fatto anche un po’ di sano gossip, parlando del grande Enzo Ferrari (che va a vederlo correre a Fiorano e poi lo invita, addirittura, a pranzo), l’Avvocato (Gianni Agnelli, che gli da il numero di casa e gli dice:”chiamami se hai bisogno“) e i suoi trascorsi in Lamborghini; ma, anche (è soprattutto) della gente comune che, con le sue imprese, sognava e portava alta la bandiera Italiana nel mondo. All’1:30, beh, qualcuno ci ha cortesemente ricordato che il locale doveva chiudere: peccato, chissà quante altre cose avrebbe ancora potuto raccontarci, Lui che era riuscito a trasformare la sua passione per la guida in un lavoro, senza mai chiedere soldi alla sua famiglia e, benchè Sandro abbia tentato più volte (durante l’amichevole chiacchierata) di dirci di dargli del “tu“, beh, quando lo lasciamo davanti alla porta della sua stanza, augurandogli buona notte, non c’è nulla da fare: per noi rimane sempre il grande “SIGNOR – DRAGO – MUNARI“.
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