Daytona SP3, la nuova Ferrari “Icona” in edizione limitata
Daytona
Si sa, ormai le Case (in modo particolare quelle Premium) hanno capito quanto valga dedicarsi (sia in termini di monetizzazione, che di prestigio) alla realizzazione di serie speciali e, soprattutto limitate, da proporre ai loro migliori clienti e collezionisti che, oltre a garantire al marchio il sold out ancora prima di essere viste o presentate al grande pubblico, ne accettano di buon grado le cifre elevate a cui vengono proposte.
Lo sa bene Ferrari, che presenta la Daytona SP3 e strizza l’occhio alla leggendaria tripletta alle 24 Ore di Daytona del 6 febbraio 1967 e alla 330 P3/4, che incarnava alla perfezione lo spirito degli Sport Prototipi anni 60. La vettura (come dicevamo sopra) in edizione limitata entra a far parte del segmento ‘Icona’ che già comprende le Ferrari Monza SP1 e SP2. Il suo design è una contrapposizione di contrasti: superfici plastiche e sensuali si alternano a tratti decisi e questo, se sicuramente lascerà un po’ perplessi gli amanti delle linee super pulite by Pininfarina, va a caccia dei clienti Usa e Cina sempre più ammaliati da quelle un po’ (come si dice qui, in dialetto piemontese) “paccioccate” del Chief Design Officer FlavioManzoni e del suo team. Sempre dal mondo degli Sport Prototipi giunge la scelta forte di dotare la Daytona SP3 di una carrozzeria di tipo ‘Targa” con tetto rigido rimovibile.
Ma arriviamo a quella che, almeno sulla carta (visto che difficilmente noi, poveri umani avremo il modo di provarla) è la bella notizia. In un mondo sempre più votato all’elettrico, la vettura monta un motore V12 aspirato (propulsore della 812 Competizione) in posizione centrale-posteriore, architettura tipica delle vetture da competizione. Questa versione del propulsore termico più iconico della Casa di Maranello conta su 840 cv di potenza (dato che persegue il solito “giochetto” del più potente sinora prodotto da Ferrari, mantenendo un margine da destinare alla prossima speciale), 697 Nm di coppia e un regime massimo di 9500 giri/min.
Inoltre, altra buona notizia, il telaio è realizzato in materiali compositi utilizzando tecnologie da Formula 1 che mancano sulle Ferrari stradali sin dalla LaFerrari, ultima supercar del Cavallino Rampante, al fine di ridurre il peso, abbassare il baricentro e raggiungere un’architettura compatta. Il sedile integrato nel telaio pone il pilota in una posizione di guida (più bassa e distesa rispetto alle Ferrari di gamma) simile a quella di una monoposto da guidare decisamente su un circuito. La Daytona SP3 risulta quindi essere la Ferrari priva di appendici attive più aerodinamicamente efficiente sinora prodotta. La sapiente integrazione di queste innovazioni tecniche le permette di accelerare da 0 a 200 km/h in 7,4 s e da 0 a 100 in soli 2,85 s.
Gli interni della Daytona SP3 mirano a garantire a pilota e passeggero il massimo comfort usando stilemi caratteristici di un’auto da competizione. L’architettura a sedile fisso e pedaliera mobile ha permesso di ancorarli alla finizione posteriore. Anche i poggiatesta richiamano i sedili da competizione ma, mentre solitamente sono integrati nei monoscocca, nel caso della Daytona SP3 sono indipendenti.
Il volante comprende l’interfaccia uomo-macchina (HMI) già vista su SF90 Stradale, Ferrari Roma, SF90 Spider e 296 GTB che persegue la filosofia “mani sul volante, occhi sulla strada”. I comandi tattili rendono possibile il controllo dell’80% delle funzioni della Daytona SP3 senza spostare le mani, mentre il display curvo da 16’’ ad alta risoluzione rende istantaneamente disponibili le informazioni utili alla guida.
Personalmente trovo interessante l’abitacolo dal parabrezza a bolla avvolgente, che estende il cristallo fino al tetto rimovibile, gli specchietti retrovisori in posizione avanzata e la porta ad apertura alare; mentre mi lasciano un po’ perplesso la serie di lame orizzontali che completano la struttura del posteriore. In redazione, però, si apre già un feroce dibattito con il nostro Federico Francia a cui, parole sue, “non fa impazzire il davanti, ma il dietro mi piace molto“.
Insomma, bisognerebbe vederla dal vivo per capire bene. Intanto sappiate che le 599 unità (cento in più rispetto alle SP1 e SP2 Monza) sono già state tutte vendute, pare ad oltre 2 milioni di euro, ai fieri ambasciatori del marchio (italiani inclusi e più di quanto si sarebbero aspettati in Ferrari) con il Cavallino Rampante.
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