BT62, torna Brabham ma solo “track only”
Il figlio David del pilota-costruttore australiano Jack Brabham (che vinse tre titoli mondiali nella Formula Uno e fu l’unico a farlo su un’auto che portava il proprio nome) ha presentato a Londra una hypercar destinata (PECCATO) esclusivamente alla pista – quindi “track only” – denominata Brabham BT62. Anche il nome non è casuale, visto che la BT62 è un’ideale prosecuzione delle sigle utilizzate dalla scuderia per identificare le monoposto che hanno corso in Formula 1 fino agli anni ’90.
Per aggiungere un “pizzico” di leggenda in più, ai primi 35 facoltosi che la compreranno, viene decorata con gli stessi colori – verde e oro – della F1 modello BT19 che vinse il GP di Francia del 1966.
Il numero previsto, sebbene di “nicchia”, è importante considerando la tipologia d’uso: 70 esemplari che, come accade per quella Ferrari FXX che tanto la ricorda, almeno nell’uso, sono realizzati per gentleman driver che vogliono provare emozioni forti in pista, e quindi dovranno allenarsi non poco, dopo aver firmato un assegno da 1 milioni di sterline, più tasse locali.
Come si vede nelle immagini ufficiali, la BT62 ha un design senza quelle che l’azienda definisce le “frivolezze da strada”.
L’auto utilizza un telaio leggero con pannelli in fibra di carbonio e altri elementi in Kevlar per un peso complessivo di soli 972 kg.
Le dimensioni assomigliano a quelle di un’Audi R8. Sotto al cofano un V8 aspirato centrale da 5,4 litri – progettato ovviamente da Brabham – che eroga 700 CV abbinati ad un cambio sequenziale (racing) a sei marce, scaricati sull’assale posteriore.
All’interno il volante rimovibile e i gusci dei sedili in fibra di carbonio (con specifiche FIA), le cinture a sei punti, la pedaliera regolabile e il cruscotto (sempre in carbonio) con un quadro strumenti digitale da 12 pollici rendono il tutto molto race… C’è Alcantara, ci sono dei tiraporta in pelle e… Un estintore.
“Sono partito dodici anni fa per riportare in auge il nome iconico di Brabham, determinato a vederlo tornare alla competizione globale“, spiega David Brabham, capo di Brabham Automotive. “Mio padre ha avuto un’incredibile determinazione nel riuscire e, come lui, ho lavorato instancabilmente in questo periodo, attingendo alla mia esperienza come pilota, leader e mentore, senza mai perdere di vista quell’obiettivo. È stato difficile, a volte, ma quello che abbiamo raggiunto è semplicemente sconcertante”.
Questa nuova macchina è costruita “per coloro che vogliono sfidare se stessi e i propri limiti, per sperimentare la guida nella sua forma più pura“, e i proprietari si uniranno – di conseguenza – al programma di sviluppo di Brabham.
La somiglianza con la Ford GT è forte e ci fa pensare a come, con un piccolo sforzo in più, sarebbe potuta essere utilizzabile anche su strada… Vorrà dire, però, che ci acconteneremo di vederla, presto, a competere alla 24 ore di Le Mans!
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