Benzina e diesel, la soluzione di tutto…
In molti, vedendomi spesso alla guida di supercar, mi avete chiesto che cosa ne pensassi di questi (molto spesso ingiustificati) aumenti della benzina.
Ovviamente, come la maggior parte di voi, credo che non sia tutto colpa della guerra ma, piuttosto, ad una (nemmeno cosi abile e nascosta) speculazione da parte delle compagnie petrolifere.
Ciò che mi ha lasciato perplesso, piuttosto, è come sia stata diversa la reazione da parte della popolazione Italiana, rispetto al primo superamento dei 2 euro al litro (o del Diesel rispetto alla benzina) avvenuto qualche mese fa.
Allora una grossa mobilitazione, almeno mediatica, da parte di tutti; non violenta, come è giusto che sia, ma piuttosto ironica e martellante, grazie soprattutto ai social.
Inoltre, anche gli autotrasportatori si sono fatti sentire (giustamente) con scioperi e blocchi autostradali.
Questo ha fatto si che il Governo (che, non dimentichiamocelo, dall’aumento dei prezzi incassa maggior IVA) abbia dovuto, in tempi piuttosto ragionevoli (dire “veloci” sarebbe un eufemismo), abbassare le accise per frenarne l’impennata.
Ma in questa seconda ondata di rialzi, in cui è stata nuovamente superata stabilmente la soglia dei 2 euro, che è successo?
Poco o niente. E questo nonostante il governo Draghi abbia prorogato il termine di scadenza dei tagli alle accise (che diminuiscono di circa trenta centesimi al litro benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione).
La gente pare si sia rassegnata ed assuefatta al nuovo listino (l’ultima rilevazione del 27 giugno 2022 ha segnato una risalita, in una sola settimana, del +10,5% per la benzina e del +27,79% del gasolio). Sarà, forse, perché è distratta da vacanze e dalle riaperture, ma le proteste sono diminuite, i TG hanno dato spazio ad altro e le azioni correttive (quindi) tardano ad arrivare, portando nelle casse dei petrolieri (ma, direi, anche dello Stato) maggiori entrate dovute al periodo di maggiori spostamenti.
Gli autotrasportatori, inoltre, hanno raggiunto un accordo per cui possono regolare i loro listini in relazione al caro carburante e, anche qui, la protesta si è affievolita. A noi consumatori, non resta che risparmiare carburante e abbracciare nuovi stili di vita che in parte, con la pandemia, si sono già imposti.
E pensare che io avrei scommesso che questa situazione avrebbe fatto diventare, per molti, le vacanze solo un miraggio (anche i prezzi degli aerei sono alle stelle e molti voli sono stati cancellati durante gli ultimi recenti scioperi) e avete idea di cosa voglia dire negare ad un Italiano il meritato riposo, dopo un anno di duro lavoro?
Invece, a quanto pare, no…
E, molto probabilmente, toccherà aspettare (ormai) fine settembre per vedere nuovamente un po’ di sana mobilitazione a riguardo. E questo quando appare ormai chiaro che il taglio delle accise non basta più. Forse sarebbe meglio indicare un tetto massimo, no? E la miccia bellica continua ad essere solo un ottimo pretesto per “bruciare” gli anni di stabilità del mercato petrolifero che hanno preceduto quest’ultima crisi.
Intanto viene da chiedersi che fine abbia fatto il Garante per la sorveglianza dei prezzi di cui, al momento, non risultano atti o provvedimenti significativi rispetto ai recenti aumenti e alle denunce di speculazione. O forse dobbiamo pensare che la soluzione di tutto sarà quella appena stabilita da Bruxelles, ossia lo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035 e tirare fuori le biciclette?
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