L’automatico sta conquistando gli italiani ?
“Cambio automatico?
No grazie, preferisco guidare la macchina”.
Questa è la risposta che molti automobilisti italiani pronunciano di fronte alla scelta tra cambio manuale o automatico.
Eppure l’automatico sta conquistando gli italiani.
E’ vero amore?
Quello italiano, si sa, è un pubblico di grandi appassionati di auto, perchè in fondo l’Italia è terra di motori e di gare leggendarie: dalla Ferrari alla Lamborghini (anche se ora in mano straniera), dalla Mille Miglia alla Targa Florio andiamo orgogliosi della nostra storia automobilistica. Siamo dei puristi e quell’ “americanata” del cambio automatico proprio non possiamo accettarla.
Eppure, il primo brevetto del “cambio automatico progressivo di velocità” è italiano. Proprio così, era il 1931 quando Elio Trenta di Città della Pieve lo registrò con il numero 298415.
Il cambio automatico però farà il suo debutto negli Stati Uniti, per poi diffondersi un po’ ovunque nel mondo e, in misura molto minore e con estrema lentezza, anche in Italia.
Negli anni ’40 Oldsmobile inizò ad offire come optional un cambio automatico a 4 rapporti senza frizione (denominato Hidra-Matic) a 57 dollari.
Negli anni ’50 anche Chrysler e GM introdussero nei listini automatici a 2 o 3 rapporti, gli automobilisti americani iniziarono a preferire l’automatico al manuale. Risale agli anni ’80 l’introduzione del convertitore di coppia a frizione e della quinta marcia, che migliorano il comfort e il rendimento energetico.
Negli anni ’90 il massiccio utilizzo di elettronica nelle auto permise di ridurre il numero delle valvole idrauliche della trasmissione automatica, sostituite da centraline di comando. Con l’introduzione del sistema sequenziale il cambio automatico diventa veloce e preciso, un accessorio ormai di serie su molte supercar e, in versioni meno “estreme”, un optional per molte vetture “borghesi”.
Un’ ulteriore evoluzione è rappresentata dal cambio robotizzato (un cambio manuale accoppiato ad una frizione idraulica), soluzione economica e compatta utilizzata anche su utilitarie come la “vecchia” Smart e la Panda.
Ma perchè scegliere il cambio automatico?
Chi lo usa ne apprezza il comfort di marcia (soprattutto nel traffico, che nelle città italiane non manca mai) e la semplicità di utilizzo.
Ci sono poi i casi in cui l’automatico è una necessità, come le auto per diversamente abili. E poi ci sono gli automobilisti che dopo averlo provato non riescono più a farne a meno (e io sono tra quelli).
I puristi del manuale invece lamentano di “sentire” meno la macchina e l’impossibilità di “gestire” lo stile di guida: guai a delegare a qualcun altro la scelta della marcia inserire!
Altra nota dolente del cambio automatico sono i consumi: più alti rispetto al manuale, anche se l’elettronica ha contribuito a ridurre il gap.
Inoltre, l’introduzione di cambi automatici/sequenziali con elevato numero di marce (come il recente ZF a 9 rapporti) contribuisce ad esaltare le prestazioni del motore e a ridurre i consumi. Sul versante della manutenzione dell’automatico va segnalata l’introduzione di servizi come quello proposto da Genesi Servizi Auto Web, che permette di allungare la vita del cambio e di salvarne molti giudicati “da sostituire”.
Numeri alla mano, quanti automobilisti italiani scelgono il cambio automatico?
Dal 2003 al 2013 la percentuale di auto nuove con cambio automatico è triplicata, passando dal 5% al 15% [fonte UNRAE], una crescita costante che nel 2020 dovrebbe arrivare al 25%.
Non a caso i listini delle auto commercializzate in Italia propongono circa 40 modelli di 19 marchi diversi equipaggiati con cambio automatico.
Possiamo dire che gli italiani si stanno lentamente innamorando del cambio automatico?
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