Le auto di PAOLO 2018
By Paolo Olivero
All’ultimo minuto, perfettamente in linea con la manovra finanziaria, eccoci “comme d’habitude” alla nostra piccola hit parade di fine d’anno… Consuetudine diffusissima al limite della banalità, ma – diversamente da quasi tutti gli altri – noi la espletiamo in totale libertà, guidati sempre e solo dal nostro “motore emotivo”, vale a dire una stramaledetta passionaccia per le automobili…
E mai come oggi, alle soglie del 2019, nello stilare questo brevissimo elenco – buttato giù senza il benché minimo uso della ragione – ho realizzato di essere veramente invecchiato: quando ho riletto i tre nomi che mi sono venuti subito in mente (e, giuro, proprio solo in quell’istante) ho capito di aver scelto istintivamente tre modelli profondamente legati al passato…
E allora mi sono chiesto: sono io il nostalgico, oppure le cose più belle – e non solo con quattro ruote – sono proprio quelle che fondano il proprio fascino sugli antichi fasti e sulle potenti tradizioni?
Mah… Ai posteri l’ardua sentenza.
3) Anche in Suzuki, fortunatamente è rimasto un pizzico di follia! Mentre l’intero mondo automobilistico propone oggetti sempre più (spesso inutilmente) ingombranti (tanto che una Polo odierna è nettamente più grossa di una Golf di pochi anni fa), e nel settore Suv&Fuoristrada vengono sfornati a raffica crossover sempre più banali e sempre più fintamente fuoristrada, che ti combinano ad Hamamatsu? Ti ripropongono il Jimny, ma ancora più piccolo del già compatto precedente, e ancora più vocato all’offroad duro e puro! Quadrato come una scatola da scarpe, con le sacrosante ridotte e degli angoli caratteristici da far invidia ai mostri sacri cui, oltre che a se stesso, si ispira: Jeep Wrangler, Land Rover Defender, Mercedes Classe G… Un azzardo commerciale che è già un successo straordinario: se non ci credete provate ad andare ad ordinarlo… la lista delle prenotazioni sembra il censimento di una stato di medie dimensioni! D’altronde, trovare così tanta personalità in circa tre metri e mezzo altrove è impossibile… E quanto possa essere divertente, beh, non si fa fatica ad immaginarlo.
Suzuki Jimny
2) A dire il vero, è arrivata alla fine del 2017, ma dalle nostre parti ha iniziato a circolare nel 2018… E me ne sono subito infatuato, proprio come mi era capitato con la leggendaria “mamma”, cui questa nuova Alpine A110 somiglia in maniera spettacolare. Con la progenitrice l’attrazione fatale divenne amore profondo quando ebbi modo di guidarla. Raramente un’auto mi ha dato sensazioni simili: bellissima e aggressiva (disegnata peraltro da un grande italiano, Giovanni Michelotti), non ci entravi dentro, la “indossavi”, trovandoti coi piedi più in alto del bacino, alle prese con un oggetto dalle reazioni talmente rapide da darti l’impressione di guidarla col pensiero… Questa non ha la stessa leggerezza (allora meno di 700 kg, oggi poco più di 1.000), ma è più confortevole e guidabile. Fino ad un certo punto, però: è comunque un’auto piccola, rigida e (fortunatamente!) “sonora”, con reattività folgorante e la possibilità di eliminare i controlli elettronici (in modalità “Track”)… Una fabbrica di adrenalina d’altri tempi, che non si trova in testa alla mia classifica per una sola ragione (no, non è perché non dispone del sistema “mirroring” per lo smartphone… Almeno quando guidi un’auto del genere, non vorrai mica telefonare o – peggio – “chattare”, vero!?), ovviamente mi riferisco ad altro. E’ che non posso immaginare una sportiva vera (quindi ovviamente a trazione posteriore, come questa) senza un differenziale autobloccante meccanico… Spero che rimedino in fretta a tale incomprensibile lacuna.
Alpine A110
1) Qualche maligno potrebbe sostenere che la faccio vincere perché è nata nel mio stesso anno… O ancora perché – nella sua più recente ed estrema versione – somiglia, e non poco, alla vettura di quel famoso personaggio dei fumetti che – nella folta brigata dei supereroi – è l’unico a non disporre di superpoteri. In realtà, non c’entrano né il 1957 (grande annata, però), né tanto meno Batman (effettivamente il mio preferito, proprio perché l’unico umano…). Il fatto è che la nuova Chevrolet Corvette ZR1 è la perfetta fusione dell’esagerazione a stelle e strisce con le caratteristiche delle migliori sportive europee: un immenso 6.2 V8 supercharged da circa 760 cavalli (e con 969 Nm di coppia!) messo su un oggetto lungo circa quattro metri e mezzo (quindi decisamente “piccolo” per gli yankee) e con una massa di “appena” 16 quintali (una piuma, nel panorama americano). Attrezzato, per giunta, di poderosi freni Brembo, aerodinamica sopraffina, cambio manuale a 7 marce (sì, avete letto bene, ma per i pigri c’è anche l’automatico a 8 rapporti) e con prestazioni… esilaranti: 337 km/h di punta e meno di 3” da 0 a 100! E con una modalità che elimina i controlli elettronici… Avete idea?
Negli Usa costa 123.000 bigliettoni, l’equivalente di 110.000 euro scarsi: conoscete qualcosa di analogo (se esiste) che non costi almeno tre volte tanto?
Chevrolet Corvette ZR1
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