Le auto di NICCOLÒ 2017

by Niccolò Englaro

A fine 2017 bisogna tirare le somme sulle novità presentate e, al contrario di quanto avveniva non troppi anni fa, i modelli di auto hanno oggi vita troppo breve, con restyling di sei mesi in sei mesi e clienti che, di conseguenza, perdono il valore della loro auto ad ogni battito di ciglia. La frenesia con la quale le case sfornano numeri, sigle e nomi sempre nuovi è “solamente” in nome del progresso: vedremo il tempo a chi darà ragione.

3) Volvo sembra aver finalmente trovato la strada giusta per combattere con i big e lo ha fatto presentando la lussuosissima e super tecnologica XC 90, che nella sua versione ibrida è quella che mi ha veramente affascinato.
Volvo è un marchio la cui affidabilità e solidità vengono riconosciute globalmente e chiunque ne abbia posseduta una, si rende conto che, in nome di queste doti, è stato disposto a sacrificare altri aspetti meno “importanti”:
il design uno su tutti.
Bene, ora non sarà più cosi, perché la semplicità, la ricercatezza e la tecnologia delle “Volvo 2.0” hanno ben poco da invidiare alle dirette concorrenti del segmento che, manco a dirlo, sono tedesche. La XC 90 è il SUV di punta della casa svedese, dotato di un motore potente, supportato dalla tecnologia ibrida che ne esalta ancora di più le prestazioni. I compromessi sono finiti, perché a questo lusso, si aggiungono le tecnologie di assistenza alla guida, la praticità e la sicurezza da sempre sinonimi del marchio Volvo. Il design è un altro fiore all’occhiello di questo modello, che pur avendo dimensioni e peso importanti, riesce a mascherare il tutto grazie a delle linee pulite ma decise, unite a gruppi ottici completamente nuovi che donano grande slancio e leggerezza alla vettura. Veramente Ben riuscita!

VOLVO XC90  

Le auto di Niccolò 2017

2) Al secondo posto, non di certo per il nome, c’è la Porsche Panamera Sport Tursimo. Purtroppo, le fusioni dei marchi automobilistici in grandi gruppi stanno portando ad una certa omologazione dell’offerta, ma dall’altra parte bisogna anche riconoscere l’esistenza di una domanda sempre più crescente, che spinge insistente in questa direzione.
Sono d’accordissimo con chi ritiene che la divinità chiamata “911” debba rimanere invariata durante i secoli (anche se abbiamo visto che l’adozione del “turbo” è passata quasi inosservata, contrariamente a quanto era avvenuto 20 anni fa con il passaggio da 993 a 996), ma sono anche convinto che Porsche possa essere – e debba essere – anche altro: ecco qui i vari Cayenne, Macan, Panamera e quest’ultima PANAMERA SPORT TURISMO. Forse sono l’unico a ritenere il nome “Sport Turismo” già sufficientemente bello e coinvolgente per quella che a tutti gli effetti è una station wagon Porsche. E a dirla tutta, la trovo anche elegante e raffinata; un interno tutto nuovo, per un concetto alla quale Porsche si è avvicinata in modo graduale, ma di pari passo con il cambiamento della clientela globale. Se gli studi degli anni ’80 di una Porsche a 4 porte non lasciavano speranza, sono convinto che questa SW sia una valida alternativa ad altre auto che sino ad ora dominavano il mercato delle “famigliari pepate”. Per questo mi sento di dire, brava Porsche per aver indovinato il prodotto giusto al momento giusto! In un’epoca dove si vocifera del SUV Lotus, viene presentato quello Lamborghini e si attende qualche informazione su quello Ferrari, non bisogna storcere il naso. E poi io, da sempre, sono innamorato di una delle più belle SW della storia: un certa Ferrari 456 GT Venice…

PANAMERA SPORT TURISMO

Porsche Sport Turismo

1) Per quanto riguarda le mie personali top 3, sicuramente al primo posto c’è la strepitosa Dallara Stradale.
Visto il mio amore viscerale per il mondo dell’automobile, sono sempre attratto dalle emozioni che una vettura è in grado di suscitare, così come dalla storia attorno alla sua stessa nascita. Così, vedere l’Ingegner Dallara dare alla luce la sua prima autovettura omologata per uso stradale all’età di 81 anni, è qualcosa che toglie il fiato… Subito la mente torna indietro, a qualche scatto in bianco e nero al tempo della leggendaria Miura, passando poi per numerosi progetti nel mondo delle corse, fino ad arrivare appunto alla Stradale, sogno dell’ingegnere che si è tramutato in realtà (anche) grazie al lavoro di uno dei suoi “pupilli”, un tale Loris Bicocchi…
Oltre a questo la Dallara Stradale sposa perfettamente la filosofia del “less is more”, proponendo una barchetta dal design estremamente pulito, aerodinamica raffinatissima, motore centrale, peso piuma, trazione posteriore e l’opzione del cambio manuale… Che capolavoro! Questa barchetta ha oltretutto tre configurazioni: una più pistaiola (con un grosso alettone posteriore, capace di sviluppare una downforce quasi pari al peso della vettura stessa), una versione “targa” (con un generoso parabrezza, ovviamente munito di tergicristallo) a cui si possono aggiungere, rispettivamente, un piccolo tetto a forma di “T” (come sulla Pontiac Trans-AM de “Il bandito e la madama”) insieme a due finestrini laterali dai quali ci si deve calare in abitacolo, definendo così la terza versione “chiusa” che mette pilota e co-pilota al riparo dalle intemperie. La mia personale opinione è.., Sportiva, raffinata, italiana… GENIALE!
DALLARA STRADALE

Le auto di Niccolò 2017

Si è lei la mia preferita del 2017!