2019 – Le tre auto migliori per Paolo Olivero
2019 – Le tre auto migliori per Paolo Olivero
Signori, si cambia: siamo finalmente arrivati sulla soglia di quella “mutazione genetica” dell’automobile, che fino a ieri sembrava lontanissima, relegata ai film di fantascienza o alle smanie di pochi tecno-ambientalisti danarosi e stravaganti… Proprio l’ormai imminente 2020 (cifra già di per sé evocativa) ci porterà infatti a vivere quel boom dell’elettrificazione che ancora non abbiamo metabolizzato, nonostante il fatto che stia già facendo irruzione nel quotidiano di noi tutti con surreale – perché silenzioso – fragore.
Lo confesso: sino a non molti anni fa ero anch’io tra gli scettici. Normale: l’ignoranza (nel senso di diffidenza verso ciò che non si conosce) è uno dei principali limiti umani, e l’unico antidoto efficace è la curiosità, quella sana, cioè il desiderio di conoscenza… Così, da qualche tempo ho deciso di superare i preconcetti e non solo mi sono informato, ma ho anche fatto in modo di provare ogni genere di auto elettrificata… MHEV (dove l’elettrico è solo d’aiuto al termico), o HEV (dove l’elettrico muove la vettura, ma solo per brevi tratti), o PHEV (dove la presa di ricarica consente di fare alcune decine di km in solo elettrico) o BEV (dove l’unica energia viene dalle batterie), non me ne sono persa nessuna. Ed ho scoperto due cose: la prima, è che ogni genere ha una precisa ragione d’essere e uno specifico tipo di utilizzo (e vanno capiti bene per poter fare la scelta giusta); la seconda, è che – nella maggior parte dei casi – non comportano rinunce nel piacere di guidare. Anzi…
Ecco perché ho deciso di dedicare questo mio ormai tradizionale (anche se ben poco originale) “best of the year 2019” interamente al mondo dell’elettrificato. Una decisione quasi obbligata, dato che l’anno che va a concludersi non ha portato granché di esaltante – almeno dal mio punto di vista – nel settore delle ICE (così vengono oggi classificate le auto con motorizzazione esclusivamente endotermica), a parte le solite supercar per pochissimi nababbi, che per principio non prendo in considerazione. Preferisco infatti premiare le auto non troppo elitarie, forse per una mia contorta forma mentis di snobismo al contrario… Prima di passare alle “mie tre”, mi corre però l’obbligo di una precisazione: quest’anno è stato relativamente facile “pescare” in un’offerta elettrificata ancora limitata, ma a fine 2020 sarà molto, ma molto più difficile: da gennaio in avanti, infatti, la scelta si allargherà enormemente, e le novità si susseguiranno con ritmo a dir poco incalzante. E tra le tante annunciate, ve ne sono parecchie che già oggi vedo come assai stimolanti… Quello che sta arrivando sarà dunque un anno rivoluzionario, di vera svolta.
Prepariamoci…
3) Cominciamo con una MHEV (Mild Hybrid Electric Vehicle), vale a dire il “minimo sindacale” dell’elettrificazione.
In questa categoria, che raccoglie tutte le auto dove la componente elettrica serve solo di supporto al motore termico, ho scelto la nuova Mazda CX-30. Perché?
Fondamentalmente perché mi piace… Più oggettivamente, perché raccogliere tanta classe e personalità in appena 4,40 metri di Crossover non è facile, e anche internamente è un riuscitissimo mix tra la strumentazione classica e le nuove tecnologie di infotainment.
Inoltre è spaziosa, ha buona capacità di carico e una guida gratificante, soprattutto per manovrabilità del cambio, stabilità e precisione dello sterzo, le ultime due beni rari e preziosi tra i veicoli “alti”. La componente elettrica, poi, è originalissima: l’ibridazione si avvale infatti non già di una batteria, bensì di un supercondensatore, soluzione più costosa ma anche più efficiente. Circa 8 CV e 48 Nm di spinta elettrica che vanno ad aggiungersi – quando serve – ai 179 CV e 224 Nm dell’innovativo 2 litri a benzina aspirato Skyactiv-X, col risultato di contenere i consumi tanto da non far troppo rimpiangere un diesel e con emissioni molto interessanti: appena 111 g/km di co2 sulla versione “meno verde”, cioè la 4WD!
Mazda CX-30 2019 – Le tre auto migliori per Paolo Olivero
2) Facciamo un salto tecnologico, e saliamo su una crossover media premium a trazione integrale e con motorizzazione ibrida ricaricabile “alla spina” (quindi una PHEV, e cioè Plug-in Hybrid Electric Vehicle).
Ho scelto la Citroen DS 7 Crossback E-Tense 4×4, perché – unendo la potenza della componente elettrica con quella termica – può raggiungere i 300 CV, scattando da 0 a 100 in meno di 6”! Comodissima e veloce su strada, si muove a proprio agio anche sui fondi scivolosi e nel moderato offroad, grazie ad un motore elettrico dedicato alle ruote posteriori. Vera chicca, la telecamera nel parabrezza che “legge” le asperità del fondo e adatta istantaneamente la taratura delle sospensioni elettroniche. Il consumo medio dichiarato è pari a 76,9 km/litro (sì, avete letto bene), ma come per tutte le plug-in questo dato stupefacente va interpretato: se si hanno percorrenze medie giornaliere limitate (max 50-60 km) ed è possibile ricaricare ogni notte, si potrà sfruttare al massimo la guida in solo elettrico, riducendo al lumicino le necessità di benzina; diversamente, sui lunghi viaggi senza frequenti soste per ricaricare, s’impiegherà prevalentemente il 4 cilindri termico, e i consumi torneranno quindi vicini a quelli di una qualunque vettura tradizionale. Per questo il plug-in è una soluzione fantastica (benché costosa), ma solo per chi ha modo di ricaricare spesso e non è costretto a quotidiane “tirate” autostradali di centinaia di km…
Citroen DS 7 Crossback E-Tense 4×4 PAOLO – Le mie migliori 3 del 2019!
1) E infine, un vero salto nel domani – o meglio – nell’oggi “aumentato”… Punto deciso su una BEV (Battery Electric Vehicle, cioè veicolo che si muove esclusivamente grazie alla batteria), anzi, su tre: VW UP!, Seat Mii e Skoda Citygo, che è poi la stessa vettura declinata nei diversi marchi del gruppo Volkswagen. Una scelta, nel già variegato mondo dell’elettrico puro, che mi deriva da alcune semplici considerazioni: oggi, e ancora per un po’ di anni, a mio avviso la soluzione elettrica ha senso soprattutto per l’impiego urbano e a corto/medio raggio; ciò premesso, che sia la seconda auto di casa oppure la prima per chi vive in centro e per i lunghi viaggi predilige l’aereo o il treno, deve essere molto compatta, agile e non troppo costosa; per questo impiego, poi, non serve un’autonomia elevata, anche perché quando è tale richiede lunghi tempi di ricarica… Bene, le tre gemelline di cui parlo sono lunghe – anzi, corte – poco più di tre metri e mezzo, hanno 5 porte, 4 posti e un bagagliaio accettabile; possono percorrere circa 250 km con un pieno di corrente (quello che basta alla maggioranza delle persone per coprire le esigenze dal lunedì al venerdì); dulcis in fundo, il prezzo di poco superiore ai 23.000 euro teorici… Teorici perché ci sono gli ecobonus statali (da 4.500 a 6.000 euro), in certe aeree anche quelli regionali (finanche a 8.000 euro, cumulabili), ovunque si è esentati dal bollo e si circola sempre e (quasi) dappertutto, in molte città non si paga il parcheggio in zona blu e sono sempre più numerosi i centri commerciali nei quali è possibile ricaricare gratis… A conti fatti, per qualcuno grazie ad auto come queste si può risparmiare da subito (e parecchio) rispetto ad una vettura tradizionale, e per quasi tutti, comunque, convenienza nel tempo, comodità e libertà di movimento diventano reali.
E poi, volete mettere la serenità del non dover temere gli strali di Greta?
VW UP!, Seat Mii e Skoda Citygo PAOLO – Le mie migliori 3 del 2019!
Si sono loro le mie 3 preferite del 2019!
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