Tesla Roadster: arriverà la nuova creazione di Elon Musk?
Non è un caso che, se leggete Elon Musk su Twitter (dove spara sempre più alto) subito il social vi proponga anche di mettere “segui” su SpaceX e all’account della Nasa. Insomma, lo spazio pare essere sempre più vicino, viste le accelerazioni da razzo promesse dalla casa Automobilistica Californiana, anche per chi (nel prossimo futuro) vorrebbe stare ben piantato con i piedi, ops – perdon – le ruote per terra.
Con la seconda generazione della Tesla Roadster, dalle linee accattivanti e sportive, ma senza le pretese di eleganza e design di una vettura delle case automobilistiche più blasonate, il rivoluzionario imprenditore di origini sudafricane promette (dopo Semi, il primo camion elettrico) di cambiare anche il mondo delle supercar più che nel 2008 (quando puntava su un animo decisamente più ecologico) attraverso prestazioni entusiasmanti e, fino a poco tempo fa, impensabili o destinate veramente a pochi eletti (Bugatti avvisata).
La Tesla Roadster 2, attesa per il 2020, si accredita infatti di uno 0-100 km/h in appena 1,9 secondi e di una velocità massima (dichiarata) superiore a 400 km/h. Pazzesco, vero?
Il tutto, inoltre, con un autonomia di 1.000 km e un prezzo (a partire da 200k $, pari a circa 170 mila euro ) che, se definirlo “popolare” può sembrare un eresia, dire “alla portata di molti” pare decisamente più consono.
A generare queste performance saranno tre motori elettrici: uno all’anteriore, gli altri due agganciati all’asse posteriore, così da garantire alla hyper Tesla anche una trazione integrale. Ma Musk, non contento, rincara la dose: acquistando lo Special Option Package (in pratica, uno degli aggiornamenti, molto cari ai possessori del Marchio) si potrà portare la Tesla Roadster al (come lo definisce lui) “livello successivo” che, a quanto pare, potrebbe prevedere (se le normative lo permettessero e la cabrio 2+2 ne fosse capace) il decollo.
Tutto fantastico, tutto molto bello, tutto molto stimolante (credo anche per i “petrol addicted”, siate sinceri);
ma ci sono due, o forse più, incognite: la prima e che il 2020 è ancora lontano e la produttività dell’Azienda (pare) non navighi in buone acque. Secondo, l’anticipo richiesto per essere parte attiva di questa nuova scommessa è di 50.000 dollari per opzionare le prime 1000 vetture prenotabili. Pochi per un miliardario eccentrico (o per clienti eccellenti come Matt Damon e George Clooney), ma non indifferenti per lo standard del cliente che, invece, vorrebbe “catturare” il brand. Più giovane, che guadagna meno e non è necessariamente una star di Hollywood.
Il tutto mentre Tesla produce poche auto, i fatti raccontano come sia stata in attivo soltanto in due trimestri sui 30 della sua vita e dalla sua nascita ha già bruciato 10 miliardi di dollari, nonostante le sue azioni siano cresciute del 61% negli ultimi 12 mesi, del 900% negli ultimi cinque anni e del 1200% dal lancio, nel 2010.
Insomma, noi tifiamo per Musk, ma speriamo (anche) che tutte queste strepitose rivelazioni non siano solo un modo per distogliere gli occhi dai problemi dell’azienda e fare cassa (operazione di crowdfunding?), nella speranza di portare a casa, presto, una nuova vittoria.
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