A Parigi anche le occhiaie sono GLAM
Parigi val bene alzarsi all’alba per prendere un aereo. Varrebbe addirittura fare nottata, pur di prendere quell’aereo. L’unico inconveniente sarebbero le occhiaie che ti porteresti a braccetto lungo gli Champs-Elysées, ma basta inforcare occhialoni da sole e anche questo inconveniente sarebbe risolto.
Inoltre, al Mondiale de L’Automobile (dov’ero diretta) delle mie occhiaie nessuno si sarebbe accorto: lì si parla di carburatori, di anteprime mondiali, di motori elettrici e prototipi avveniristici presentati in stand da Mille e una Notte. Quest’anno dicevano si respirasse un’aria dimessa, ma a guardare l’architettura dello spazio Renault o le mille luci lede dell’area Audi si capiva che l’investimento era al limite del faraonico.
La cosa bella dei Saloni, vista con gli occhi di una donna, sono i bagni. Sempre liberi, sempre puliti, sempre a portata di mano. A differenza di tutti gli altri eventi, nei bagni dei Saloni automobilistici le donzelle vedono ribaltata la proporzione delle attese e le uniche code sono dai vicini di toilette, dai nerboruti uomini che, a Parigi, di nerboruto hanno davvero poco. Sopracciglia ad ali di gabbiano ovunque, tanto che a un certo punto mi sono chiesta se non mi fossi teletrasportata alla Fashion Week di Milano tra androgeni modelli ed eccentrici stilisti: non ci sono più gli appassionati di motori che c’erano un tempo.
Ne parlavo giusto con una collega dopo la conferenza stampa della Nissan Micra: la lotta tra i sessi non è più di dominio del territorio quanto di supremazia dell’armadietto dei cosmetici del bagno. I maschietti naturalmente tricotici latitano e non si può far altro che attendere, sperando che non arrivino a discutere con te della texture del rossetto sorseggiando un drink, invece che di collezioni di farfalle.
Durante la mia due giorni parigina ne ho approfittato per fare un po’ di sano shopping e per visitare la mostra di scarpe al Ritz di Place des Vosges messa su da quel genio di Walter De Silva (celebre designer automobilistico) che ha disegnato capolavori da sera e che vuole rivoluzionare la nostra idea di tacco: addio classico 12 centimetri, welcome 10,5 che, pare, essere la misura ottimale di trampolo per non ucciderti la schiena e per evitare di camminare come un tirannosauro tra i ciottoli della vita.
Lui le paragona a delle Bentley e, guardando i prezzi, direi che ci siamo vicini. Non appena trovò un marito danaroso che non si depila il petto le metto nella mia wish list e sarò felice.
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