Quel gran genio del mio amico…

Quel gran genio del mio amico… Con un cacciavite in mano, fa miracoli… Cantava l’indimenticabile Lucio Battisti.
Altri tempi, altre abitudini, altre automobili. Oggi, con le moderne vetture, anche il geniale amico di cui sopra solo con un cacciavite in mano potrebbe farci ben poco. Nemmeno cambiare una lampadina.

Quel gran genio del mio amico…

Anche lui, se gli si dovesse guastare un faro (xenon, bixenon, o a led) della sua auto ultima generazione, dovrebbe rassegnarsi ad andare dal concessionario, passare dall’accettazione, richiedere un preventivo, strabuzzare gli occhi nel vedere la cifra scritta in fondo, lasciare il mezzo, implorare per poter disporre di un veicolo sostitutivo, quasi sempre non ottenerlo (se non a pagamento), quindi prendere lo smartphone e chiamare un taxi, oppure cercare (via web, off course), la più vicina fermata dei mezzi pubblici, o ancora approfittare della disponibilità di un ulteriore amico per farsi dare un passaggio.

Quel gran genio del mio amico…

Quindi, dopo essere rimasto senz’auto per qualche giorno, ripetere la trafila al contrario, e cioè tornare presso la concessionaria, passare in officina a ritirare il conto, discutere strenuamente per tentare di ottenere la riparazione in garanzia, magari non riuscirci (sborsando quindi una cifra astronomica), passare dalla cassa, ripresentarsi in officina e ritirare infine la vettura. Ai tempi del grande Lucio, invece, gli sarebbe bastato scendere in garage (con un cacciavite in mano, ovviamente), svitare un paio di viti, sfilare la lampadina bruciata (un attimo, con l’attacco a vite, a molla o a baionetta), inserirne una nuova e riavvitare. Facendo con calma (canticchiando o fischiettando “Sì, viaggiare”, ovviamente), tempo impiegato circa 10 minuti (compresi uno o due trascorsi in ascensore). Costo zero.

Quel gran genio del mio amico…

Questo è il bello della tecnologia, propinataci da sempre come “la via per il benessere e per poter disporre di sempre più tempo libero”.
Sono un nostalgico?
Ebbene sì, dannatamente sì!

Paolo Olivero

Torinese, dopo un bel po’ di corse (rally, soprattutto) e qualche sporadico risultato apprezzabile, come molti ex piloti frustrati è divenuto giornalista. Di motori, off course. Nato e cresciuto professionalmente con TuttoRally (non poteva essere diverso), è stato direttore dei mensili “La mia Auto” e “La mia 4x4”, peraltro suoi progetti editoriali. Recentemente passato in video, è autore e conduttore di “Garage TV”, ma si occupa anche di formazione per le reti di vendita (del settore auto, ovvio) nonché di corsi di guida sicura e sportiva, soprattutto su ghiaccio, settore nel quale è uno tra i più esperti (cioè dei più vecchi…) istruttori. Per Paolo le vetture si dividono in tre categorie: le trazioni posteriori (quelle da guidare), le 4x4 (quelle con le ridotte per arrivare là dove nessun umano è mai giunto prima) e le trazioni anteriori (buone soltanto per andare a far la spesa). Punto.