Quel gran genio del mio amico…
Quel gran genio del mio amico… Con un cacciavite in mano, fa miracoli… Cantava l’indimenticabile Lucio Battisti.
Altri tempi, altre abitudini, altre automobili. Oggi, con le moderne vetture, anche il geniale amico di cui sopra solo con un cacciavite in mano potrebbe farci ben poco. Nemmeno cambiare una lampadina.
Anche lui, se gli si dovesse guastare un faro (xenon, bixenon, o a led) della sua auto ultima generazione, dovrebbe rassegnarsi ad andare dal concessionario, passare dall’accettazione, richiedere un preventivo, strabuzzare gli occhi nel vedere la cifra scritta in fondo, lasciare il mezzo, implorare per poter disporre di un veicolo sostitutivo, quasi sempre non ottenerlo (se non a pagamento), quindi prendere lo smartphone e chiamare un taxi, oppure cercare (via web, off course), la più vicina fermata dei mezzi pubblici, o ancora approfittare della disponibilità di un ulteriore amico per farsi dare un passaggio.
Quindi, dopo essere rimasto senz’auto per qualche giorno, ripetere la trafila al contrario, e cioè tornare presso la concessionaria, passare in officina a ritirare il conto, discutere strenuamente per tentare di ottenere la riparazione in garanzia, magari non riuscirci (sborsando quindi una cifra astronomica), passare dalla cassa, ripresentarsi in officina e ritirare infine la vettura. Ai tempi del grande Lucio, invece, gli sarebbe bastato scendere in garage (con un cacciavite in mano, ovviamente), svitare un paio di viti, sfilare la lampadina bruciata (un attimo, con l’attacco a vite, a molla o a baionetta), inserirne una nuova e riavvitare. Facendo con calma (canticchiando o fischiettando “Sì, viaggiare”, ovviamente), tempo impiegato circa 10 minuti (compresi uno o due trascorsi in ascensore). Costo zero.
Questo è il bello della tecnologia, propinataci da sempre come “la via per il benessere e per poter disporre di sempre più tempo libero”.
Sono un nostalgico?
Ebbene sì, dannatamente sì!
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